Da artigiani a fuoriclasse del Made in Italy: gli scalpellini della pietra Piasentina

Vi propongo oggi una storia della mia terra, il Friuli. Terra di confine e di profonde tradizioni, dove mi piace tornare soprattutto per ritrovare suggestioni ed esperienze di persone e luoghi a cui sono legato.

Un racconto mi ha accompagnato dall’infanzia: quello degli scalpellini di Torreano.

gruppo picapietra

Un gruppo di scalpellini o “picapiera”

Torreano di Cividale è un paese ai piedi delle Prealpi Giulie, circondato dalle cave della pietra piasentina. Mio nonno Emilio era scalpellino. Mio zio Mario era scalpellino ed insieme ad altri 17 artigiani, esattamente 50 anni, ebbe l’intuizione di dar vita ad un consorzio per la promozione delle proprie attività.

mario laurino

Mario Laurino, Presidente del Consorzio fino al 2014

Erano gli anni del miracolo economico, ma l’Italia di allora era malata di mattone e cemento. La pietra estratta dalle cave era relegata in una posizione di secondo piano. Con la piasentina si realizzavano produzioni di volume e poco pregiate, come le cordonate stradali o i materiali per la rete ferroviaria. Gli artigiani, o picapiera, stavano abbandonando le loro cave e si stava perdendo quel saper fare legato alla tradizione, visto che le opportunità sembravano altrove. Il consorzio Produttori Pietra Piasentina diede a questo gruppo di scalpellini, innamorati della qualità di un materiale molto particolare, la dimensione e le risorse per orchestrare (diremmo ora…) un intenso sforzo di marketing.

 

gli associati della pietra piasentina

Foto di gruppo degli artigiani consorziati

La pietra piasentina presenta un colore di fondo grigio, vene bianche e zone con tonalità tendenti al bruno. Al variare delle lavorazioni superficiali risponde con diversi risultati cromatici. La partecipazione a mostre ed esposizioni, l’incontro con architetti e progettisti permette al Consorzio di far apprezzare le caratteristiche del materiale, che oggi è impiegato in tutto il mondo, sotto forma di vari prodotti inseriti in abitazioni private, in grandi opere pubbliche, esercizi commerciali, arredi urbani. Il consorzio si è irrobustito negli anni e gli scalpellini hanno investito in macchinari e stabilimenti, dando vita a sette aziende: Alsaf, Carbonaria Pietra, Friulana Marmi,  Iaconcig,  Julia Marmi,  Riviera Marmi,  SAPPT, che oggi esportano in tutto il mondo. Molto spesso i padri hanno lasciato il posto ai figli, o alle figlie (come le mie cugine Mariagrazia e Francesca).

consorzio sede

La sede del Consorzio Produttori Pietra Piasentina

Anche la gamma si è andata man mano ampliando mentre gli spessori lavorati si assottigliavano, grazie allo sviluppo tecnologico. La pietra si è fatta man mano apprezzare in settori ad altissimo contenuto di design, impensabili 50 anni fa. Famose marche di cucina, arredobagno, show-room di importanti maison della moda, ma anche piazze e aeroporti in tutto il mondo, per risultati celebrati da ultimo all’Expo di Milano, con un leggerissimo tavolo ideato da Fabrica di Benetton.

liceo

Foro Giulio Cesare, Cividale del Friuli, realizzata in pietra piasentina

Da Torreano gli scalpellini, o picapiera, come ricorda in un bel libro Giampaolo Molinari, scappavano dal paese, in cerca di fortune, molto spesso all’estero, valorizzando così altrove la loro competenze. Amava ripetere mio zio, Presidente del Consorzio fino al 2014, anno in cui ci ha lasciati: “un tempo da Torreano partivano gli emigranti, ora invece è la pietra ad emigrare in tutto il mondo!”

Come tradizione oggi, giorno di Santa Lucia, è festa per gli scalpellini, e si ricordano questi risultati. In particolare, oggi il Consorzio ha riconosciuto le intuizioni di cinque costruttori e architetti che nell’arco di cinque decenni hanno nobilitato con le loro realizzazioni questo materiale:

  • L’Architetto Aldo Bernardis per le diverse opere realizzate a Lignano a cavallo degli anni 60 e 70, quando la cittadina si dava un aspetto moderno e si apriva al turismo internazionale.
  • Lo Studio Architetti Associati Semerani e Tamaro per la ristrutturazione iniziata nel 1978 dell’ospedale dei SS. Giovanni e Paolo a Venezia, in uno dei primi progetti al di fuori della regione.
  • L’Architetto Gianpaolo Della Marina per il lavoro con una nuova tecnica di applicazione nella ricostruzione del Santuario di Sant’Antonio a Gemona, distrutto nel terremoto del 1976.
  • L’Architetto Frederic Genin per l’utilizzo nel 2000 della pietra nella sala principale del Forum Grimaldi del Principato di Monaco, biglietto da visita visivo della Montecarlo moderna.
  • L’Ingegnere Gianluca Vigne che ha seguito la  riqualificazione del centro urbano di Longarone, con la pietra come  protagonista dell’intervento in un contesto climaticamente ed urbanisticamente difficile.

La storia del consorzio dei produttori della pietra piasentina e dei picapiera di Torreano è una bella storia di Made in Italy e dell’incontro tra saper fare, investimento e innovazione. Raccontandola ci ricordiamo delle nostre radici ma celebriamo anche le profonde eccellenze dei nostri territori.