Si chiama Kiber-Field ed è un’applicazione che consente di farsi guidare da esperti in remoto attraverso il proprio smartphone o tablet nell’eseguire operazioni di ogni tipo (assistenza ai malati, manutenzione, ispezioni). Ad averla sviluppata, e lanciata proprio in queste ore, è VRMedia, azienda spin-off della Scuola Sant’Anna di Pisa.
Lo strumento, presente anche sulla pagina Solidarietà Digitale, verrà messo al servizio degli operatori sanitari e delle piccole e medie imprese italiane gratuitamente, per aiutarli a fronteggiare questo momento di eccezionale difficoltà.
“In mezzo a giganti come Amazon che hanno scelto di mettere a disposizione della popolazione dei servizi gratuiti in questo momento – sottolinea Nicola Redi, Managing Partner di Venture Factory che da giugno 2018 è entrato a far parte della compagine con il fondo Vertis Venture 3 Technology Transfer, nell’ambito della piattaforma ItaTech di Cassa Depositi e Prestiti e del Fondo Europeo per gli Investimenti – c’è anche la nostra piccola ma dinamica azienda. Lo strumento che offriamo gratuitamente può essere usato da operatori sanitari e da imprese e professionisti. È molto di più di sistema di conferenza, ma un sistema di collaborazione remota. La piattaforma è progettata per linee satellitari, dunque funziona anche nei paesini più sperduti con il solo 2G-EDGE, consuma pochissima banda ed è sicura, perché usa un sistema asimmetrico di criptografia a prova di penetrazione e testato da grandi multinazionali. Mandare anche informazioni mediche o dati sensibili, dunque, è sicuro”.
L’app rappresenta la versione “semplificata” di un prodotto assai più complesso che da anni VRMedia ha messo a disposizione della grande industria, trovando importanti riscontri soprattutto nel settore navale. La piattaforma di trasmissione, non a caso, è già stata venduta a BH (unione delle aziende Baker Hughes e GE Oil&Gase) viene ad esempio distribuita in tutto il mondo, nel settore marittimo, dal player globale Rina. Proprio per il suo utilizzo in un settore così delicato, VRMedia ha dotato i suoi prodotti delle necessarie certificazioni che ne consentono l’uso anche in ambienti esplosivi.
“Fin dai primi anni – spiega uno dei soci fondatori, Marcello Carrozzino – siamo attivi nel settore dell’assistenza remota e della realtà aumentata. Il nostro è uno strumento per mettere in contatto con degli esperti da remoto un tecnico che si trova sul campo e deve svolgere un’operazione complessa. Ci sono casi, infatti, penso ad esempio al guasto di un macchinario, in cui non è possibile mandare direttamente sul posto la persona col necessario know-how. In un momento come questo, in cui viaggiare è difficile e pericoloso, utilizzare le risorse già presenti sul campo avvalendosi delle competenze di esperti che lavorano a distanza può essere fondamentale”.
Nel 2002 Carrozzino ha dato vita a questa spin-off della Sant’Anna di Pisa assieme a Franco Tecchia, Massimo Bergamasco, Sandro Bacinelli e Monica Vignoni. Ma come funziona questa piattaforma?
“Gli esperti da remoto vedono esattamente quello che vede l’operatore sul campo – spiega ancora Carrozzino – attraverso uno smart helmet. L’esperto riceve le immagini e può dare indicazioni all’operatore, che è dotato di un visore o di smart glasses. Gli esperti collegati a distanza possono così guidare l’operatore in ogni sua mossa. In condizioni normali, è un prodotto adatto soprattutto alla grande industria, che lo utilizza in particolare nella manutenzione di macchinari molto grandi e complessi. Ma in situazioni di emergenza come questa, può essere utile in molti altri campi”.
Da qui è partita dunque una corsa contro il tempo per trasformare un prodotto complesso e collaudato in uno strumento utilizzabile da chiunque sul proprio smartphone.
“Per l’occasione – spiega un altro dei fondatori, Franco Tecchia – abbiamo pensato alla possibilità di utilizzare la stessa infrastruttura che abbiamo sviluppato negli anni ma senza la necessità di dotarsi di devices aggiuntivi come visori o elmetti. Nel momento in cui è scoppiata quest’emergenza, abbiamo immediatamente pensato di semplificare il nostro prodotto in modo tale che chiunque possa utilizzarlo, istantaneamente. Esso necessitava solo di essere dematerializzato e distribuito nella modalità classica, vale a dire attraverso gli app store online”.
Chiunque, infatti, già da oggi può fare richiesta di attivazione inviando una mail a kiber3field@vrmedia.it (indicando nome dell’azienda e nome, cognome e mail del richiedente) e poi scaricare e usare gratuitamente questa app dall’Apple store o da Google play store.
“Con l’ultimo sviluppo della sola app Kiber Field – aggiunge Francesca Guerra, marketing manager di VRMedia – queste collaborazioni a distanza si possono realizzare anche con un semplice smartphone o tablet IoS/Android. La piattaforma di Kiber offre infatti nuove opportunità di collaborazione a distanza, un tema quanto mai attuale in questo momento difficile”.
VRMedia impiega ormai più di venti persone e nasce, appunto, dalla costola della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che negli anni ha sviluppato un importante vivaio di aziende spin-off della ricerca.
“Dovrebbe far riflettere – chiosano i fondatori dell’azienda, Carrozzino e Tecchia – il fatto che questa nostra spin-off esista dal 2002 ed abbia di fatto anticipato di 14-15 anni l’avvento commerciale su larga scala della realtà virtuale e di 16-17 anni quello della realtà aumentata. Con questa iniziativa speriamo di rappresentare un buon esempio di come la ricerca e l’università italiane possono restituire al territorio i frutti del loro lavoro”.
Di Alberto Di Minin e Nicola Pasuch