Il nostro viaggio all’interno dei programmi PoC – Proof-of-Concept passa per il mondo delle aziende. Enel, un tempo monopolista di stato, si trova da anni a confrontarsi con le dinamiche della concorrenza e del mercato libero. Rinnovarsi e innovare anche tramite la ricerca di idee al di fuori dei propri confini oggi è per l’azienda una priorità riconosciuta.
Ad Enel il merito di avere disegnato, tra i primi, un modello di innovazione aperta, trasversale, integrato con le diverse funzioni aziendali e veramente globale. Senza eguali in Italia. Lo chiamano Open Innovability, come mashup tra open innovation e sostenibilità, a testimonianza del fine ultimo di questa strategia. “Si parte da specifici bisogni e sfide che emergono all’interno delle varie business units con l’idea di affrontare problemi già esistenti o identificare trend futuri – ci racconta Angelo Rigillo, Head of Governance, Intelligence and Partnerships – nel processo di scouting cerchiamo per lo più start-up con un prototipo pronto per essere validato e sviluppato commercialmente”.
La grande flessibilità dell’azienda e la capacità di adattamento ai diversi tempi di sviluppo delle varie tecnologie hanno portato Enel a prendere parte a più di 500 collaborazioni negli ultimi 6 anni. I programmi non vedono tempistiche e investimenti prefissati ma danno il tempo e le risorse necessarie a seconda della tecnologia ed ai bisogni della start-up. Nei PoC di Enel innovazione e business vanno di pari passo, facendo sempre guidare il programma da chi lo propone. L’obiettivo è quello di mettere gli innovatori nelle condizioni di farsi carico il prima possibile dei vari progetti rendendoli tangibili e capaci di generare impatto.
“Siamo organizzati per affrontare ogni singolo bisogno innovativo. Nel tempo abbiamo costruito una rete capace di sviluppare tecnologie su scala globale – commenta Fabio Tentori, Head of Enel Innovation Hubs – scaliamo le innovazioni e diventiamo noi stessi clienti delle aziende che le hanno sviluppate, per entrare in nuovi mercati e rafforzare i nostri business”. Si tratta di un approccio all’innovazione strutturato e strutturale ben radicando all’interno del modello di business dell’azienda. In quest’ottica, i programmi PoC rappresentano una vera e propria palestra di Open Innovation per i futuri partner di Enel.
Questa tipologia di PoC finanziati e orchestrati da una grande azienda rappresenta un ponte tra l’open innovation e l’open execution, come spiega Ivan Ortenzi, Chief Innovation Evangelist in BIP. La prospettiva è quella di selezionare l’innovazione, adottandola, adattandola ed accelerandola. In questo modo, i PoC diventano perno di sistemi di venture clienting che affiancano lo sviluppo di una catena del valore sempre più aperta e diffusa.
Giovanni Canetta, Managing Partner del fondo VC Planven individua tre elementi chiave che contraddistinguono il modello di Enel. Primo, l’azienda non entra nel capitale delle start-up che finanzia. Secondo, Enel ha sviluppato un sistema di incentivi del management team basato sulla loro capacità di portare incentivi dall’esterno, combattendo la sindrome del not invented here. Terzo, la capacità di quantificare l’impatto dei percorsi di open innovation sul business dell’azienda.
Di Alberto Di Minin e Giovanni Tolin