L’innovazione corre veloce sull’asse Bologna-Padova. Un tessuto economico sano, le due università più antiche al mondo, una serie di attori che facilitano i processi di Open Innovation come ART-ER, Veneto Innovazione, più di una quarantina tra incubatori ed acceleratori. Questi gli ingredienti da cui partire nell’analizzare questi territori.
Da tempo si parla di una Data Valley che si sta sviluppando attorno a queste due città. Non è un caso la presenza sul territorio di bi-rex e SMACT, Competence Center che guardano a big data e digitalizzazione, ma anche del supercomputer LEONARDO di Cineca operativo presso il Tecnopolo di Bologna. Sempre più start-up trovano la loro nicchia, e diventano protagonisti della spinta verso la digitalizzazione dei sistemi produttivi.
A Bologna colpisce il caso di Cubbit. Start-up attiva dal 2016 e che oggi conta 70 dipendenti, 5000 clienti in giro per il mondo e più di 10 milioni di euro di finanziamenti raccolti. “Ci siamo incontrati ai tempi dell’Università“ ci racconta Stefano Onofri co-CEO e uno dei quattro fondatori. “Da allora la nostra missione è quella di restituire a persone e aziende il controllo dei propri dati”. Il primo prodotto arriva nel 2022, un cloud geo-distribuito per proteggere i dati delle aziende e scalare la loro infrastruttura di backup in modo sicuro e sostenibile. 5000 i client
NEWTWEN è una spin-off dell’Università di Padova che fa leva sui dati per creare digital twin nella mobilità ed energia sostenibile. “I modelli virtuali sono interconnessi con i sistemi fisici, incrementando la vita dei prodotti e la loro efficienza” ci dice Francesco Toso, CEO della start-up che ha da poco chiuso un round di finanziamento di 7 milioni. Sempre a Padova, Azzurrodigitale si è trasformata da piccola boutique di servizi ad azienda specializzata nella trasformazione digitale delle fabbriche. “Lavoravamo tutti e tre in grandi realtà in giro per il mondo” racconta Jacopo Pertile, parlando dei suoi soci. “Abbiamo fondato questa realtà nel 2015 per contribuire allo sviluppo economico del nostro territorio che ci ha dato tanto”. Oggi, l’azienda conta 60 dipendenti, 4 milioni di finanziamenti raccolti, e partnership con grandi aziende industriali in tutta Europa.
“Bologna e Padova sono promettenti gemme dell’innovazione con fondatori capaci e con piena padronanza delle loro tecnologie, in un ecosistema che li supporta egregiamente.” Così Danny Yu, imprenditore seriale ed ex-VC della Silicon Valley, uno dei tanti imprenditori stranieri in viaggio per affari tra le due città. Continua Yu: “Maggiori flussi di capitali e competenze manageriali porterà alcune delle start-up che ho incontrato in questi giorni a valorizzare su scala mondiale le loro unicità.”
Accanto agli ecosistemi dell’innovazione europei più blasonati, crediamo dunque che vada annoverato il racconto di queste due città che sviluppano innovazione e generano imprese radicate sul territorio, ma proiettate sui mercati globali.
Di Alberto Di Minin e Giovanni Tolin
(pubblicato su Il Sole 24 Ore del 2 Luglio 2023)