Simone Pieranni, giornalista, sinologo, esperto di Cina ci sorprende di nuovo con la sua ultima pubblicazione che contribuisce in maniera autorevole alla letteratura divulgativa sulla Cina contemporanea. “Tecnocina” non è solo un manuale per la conoscenza dell’evoluzione scientifica e storia del dragone: usando le parole dell’autore “è un’incursione appassionata tra personaggi e avvenimenti dell’universo tech cinese, spesso poco o per nulla noti a noi occidentali “.
La Cina nell’ultimo decennio si è trasformata da fabbrica del mondo a gigante high-tech, ed è proprio leggendo tra le maglie del suo rapporto con la tecnologia e l’innovazione che è possibile comprenderne al meglio lo sviluppo storico e la sua complessità. Il libro Tecnocina analizza le radici e lo sviluppo di questa corsa tecnologica, ci spiega che per capire la Cina oggi è fondamentale analizzare le scelte compiute nel corso dei decenni passati.
Due parole sull’autore. Fondatore della testata online “China Files”, già responsabile esteri del quotidiano Manifesto e autore di podcast per Chora Media, Pieranni è per noi una delle voci giornalistiche più creative e interessanti del momento. Pieranni non è solo Cina: il suo sguardo sul mondo è originale e come lui stesso dice nel presentare il podcast “Fuori da qui” si rivolge a chi è stufo del sovranismo delle notizie, e che vuole uscire dalla bolla nazionale per accorgersi di che cosa si discute al di fuori dei nostri confini.
Pieranni unisce alla capacità di raccontare con competenza e passione la Cina contemporanea, un interesse vivo per la storia, la cultura cinesi, insieme all’esperienza sul campo che ha maturato in Cina. Da attento analista di cose cinesi, dai blog ai libri alla radio ai podcast, Pieranni ha saputo ritagliarsi uno spazio, riempirlo di contenuti, e continuamente alimentarlo. Ha innaffiato la voglia di Cina presente nella società, e con merito è diventato un analista di riferimento per molti. Abbiamo la fortuna di conoscere Pieranni da diversi anni, avendo seguito con interesse il suo lavoro e i contributi giornalistici su diverse piattaforme. Abbiamo recensito “La Cina Nuova” su questo blog, ed eccoci ora a commentare “Tecnocina”.
I contenuti del libro. Tecnocina, pubblicato da Add Editore, aggiunge un tassello importante alla comprensione della Cina nel nostro Paese. La capacità chiave di Pieranni è di capire e di riformulare il percorso della Cina, i trend in atto, la visione della leadership cinese in una marcia che a volte sembra tentennare, ma come il bambù, non si spezza. Ci sono a nostro avviso diversi modi di leggere questo documentato compendio della lunga e variegata storia tecnologica cinese,
IL POTERE – Il primo è con gli occhi del potere. Tecnocina è diviso in cinque parti, con al centro gli uomini chiave del Partito. Mao Zedong, Deng Xiaoping, Jiang Zemin, Hu Jintao, e Xi Jinping. In Cina non può esistere progresso scientifico e tecnologico senza Partito. Se le strategie, le politiche, le decisioni ultime e non modificabili, passano dagli uomini chiave che si sono susseguiti nei decenni del “miracolo economico” cinese, scienza e tecnologia non fanno eccezione. In questo senso, la Repubblica Popolare Cinese ha guidato, indirizzato, telecomandato la ricerca e l’innovazione scientifica e ne ha fatto uno strumento non solo di sviluppo, ma anche di controllo e di proiezione del potere. Con accelerazioni, ritirate, spinte violente e improvvise. Se la tecnologia ha rivestito un ruolo cardine in Cina, il rapporto che il potere ha avuto con essa è mutato nel tempo: a tratti nemica, a tratti alleata, vista come un rischio o come opportunità. Oltre ai “grandi timonieri”, sono presenti nel libro diverse figure centrali di relativo secondo piano che hanno poi guidato e implementato lo sviluppo cinese, come il Premier Zhao Ziyang, Zhu Lilan, o Wang Gang. Personalità di spicco che hanno contribuito a fare della Cina una “superpotenza tecnologica”.
GLI INNOVATORI – La seconda lente di analisi del libro è quella della storia dei geni e innovatori che hanno attraversato le diverse fasi del potere cinese, e portato con il loro contributo, talento e duro lavoro, la ricerca e la scienza cinesi a livelli sempre più alti. Lungo questa direttiva, Pieranni racconta le storie di uomini e donne di grande talento come Xia Peisu, madre dell’informatica cinese, Zhang Lizhu, la “madre dei bambini in provetta”, Qian Xuesen, il capostipite del programma missilistico cinese e non solo, i “quattro scienziati che cambiarono la Cina” Wang Ganchang, Wang Daheng, Chen Fangyun e Yang Jiachi, persone chiave dell’epoca delle riforme e apertura, Qian Tianbai, padre dell’internet cinese, e tanti altri. Personalità rispettate, a volte osannate in patria, premiate, ma ancora poco conosciute in Italia.
LA PROIEZIONE INTERNAZIONALE – La terza chiave di lettura, è di guardare al valore della crescita tecnologica per la Cina a livello internazionale. La Cina e i suoi leader intelligentemente e pragmaticamente hanno compreso, non senza passi falsi durante il cammino, come per crescere il proprio status a livello internazionale e diventare una vera potenza globale, fosse necessario diventare una grande potenza scientifica e tecn0logica. Se le innovazioni tecnologiche cinesi hanno giocato un ruolo cardine per il miglioramento della vita dei cinesi, per lo sviluppo economico del Paese e la diffusione del benessere in patria, la padronanza tecnologia è diventata uno strumento cardine per rafforzare il Paese e proiettarlo all’esterno, in una competizione che vede la Cina in prima linea, con sempre maggiori responsabilità e con un ruolo crescente in ogni angolo del globo. In particolare, in diversi casi l’innovazione scientifico-tecnologica cinese è alla base dello sviluppo militare del Paese, ed è strategica per colmare e ridurre il gap che la Cina può ancora avere rispetto alle altre potenze globali.
LE TECNOLOGIE – La quarta chiave di lettura dell’opera, è quella delle tecnologie. Il libro è una storia complessa di strategie, interazioni tra politica e scienza, connessioni di politiche industriali e investimenti. Ma è anche e soprattutto un libro sulle tecnologie che hanno reso la Cina all’avanguardia e che le hanno permesso di avanzare nei ranking internazionali. Genetica, treni veloci, intelligenza artificiale, robotica, super computer, artificial intelligence. L’ultima parte del libro si focalizza sulla Cina di Xi Jinping, il nuovo grande timoniere, lanciata a una velocità folle, con l’obiettivo di rimettere Tecnocina al centro del mondo. Il cielo non è più il limite, ci ricorda Pieranni, perché il sogno cinese è diventato eterno e la competizione si sposta nello spazio e cyberspazio. Nuove pagine devono ancora essere scritte, e per scriverle è fondamentale parlare di tecnologia.
Perché leggere questo libro?
QUALCOSA DI NUOVO IN ITALIA – Il libro porta sul tavolo qualcosa di nuovo in Italia e la scrittura di Pieranni, sempre documentata, piacevole da leggere, accompagna i lettori lungo un percorso storico di successi, infarcito di citazioni, riferimenti a opere letterarie e non solo di fatto sconosciute a gran parte di noi.
ACCESSIBILITA’ – Un tema così complesso come quello della scienza e tecnologia in Cina, diventa masticabile e digeribile: Pieranni non scrive solo per i sinologi: anche i non esperti di Cina possono avvicinarsi a un tema cardine per comprendere la Cina contemporanea, che viene presentato come un attore ormai imprescindibile dello scacchiere globale.
IL SISTEMA PIERANNI – Pieranni crea un sistema, un’impresa professionale, la sua, che racchiude al proprio interno connessioni tra scienza, storia, cultura, innovazione. In breve, continua nel percorso in cui si è lanciato con “Red Mirror”, “La Cina Nuova”, o ancora più indietro con “Il Sogno Cinese”, “Cina Globale” e altre pubblicazioni, aggiungendo così un tassello alla sua personale missione divulgativa. Tecnocina è infatti un libro che arriva da lontano, che è stato costruito da anni di documentazione, lettura, condivisione, approfondimenti. E’ in poche parole il risultato di un processo, di una crescita continua e costante, che a nostro avviso Pieranni sta compiendo e che non si ferma qui.
Di Alberto Di Minin e Marco Bonaglia