Le diverse/tante iniziative europee su Innovazione e dintorni: il punto di “Opportunity Now”

L’innovazione è complessa e complesso è anche pensare a politiche per l’innovazione. Infatti, 342 pagine sono servite a Robert Madelin, Consigliere per l’Innovazione del Presidente della Commissione Juncker, per fare il punto sulle iniziative della Commissione per prepararci ad un futuro dove scienza & tecnologia guideranno il rinnovamento delle aziende europee e sapranno ribadire il sogno di una “inclusive and competitive” society per le future generazioni di Europei. Robert Madelin, già Direttore Generale di DG Connect prima di Roberto Viola, ha curato insieme a David Ringrose, “Opportunity now: Europe’s mission to innovate”che dopo una parte introduttiva e utile per inquadrare il pensiero delle istituzioni europee propone una meticolosa raccolta delle diverse iniziative sul tema innovazione.

C’è di tutto in questo compendio che insieme a Chiara Eleonora De Marco ho letto come non bisognerebbe proprio fare: dall’inizio alla fine. Più utile è infatti approcciare questo testo con l’obiettivo di trovare informazioni su alcuni temi specifici, parole chiave e singole iniziative, ben elencate nell’indice.

Visto che comunque ormai lo sforzo lo abbiamo fatto, vi proponiamo le nostre personalissime evidenziazioni, i capitoli che ci hanno più incuriosito.

– Confrontate le vostre conoscenze sulla teoria dell’innovazione leggendo il capito Understanding innovation (pag.59). Piuttosto scolastico, ma offre l’abc, che a volte tendiamo a tralasciare.

– Un invito a riconsiderare il rapporto tra istituzioni accademiche e pubblica amministrazione, a rivedere il patto di autonomia con le università è proposto in Developing top academic institutions to support innovation (pag.75).

– Il capitolo 14 The Dutch EU Presidency rivendica l’enfasi che la Presidenza EU olandese ha voluto dare alle politiche per l’innovazione (pag. 107).

– Da un’analisi della British Chamber of Commerce emerge un’enfasi sulla rilevanza di certe competenze e il richiamo che un brand europeo potrebbe avere (analisi pre-Brexit). Sarebbe interessante riprendere un’analisi del genere in Italia (capitolo 17, pag.114).

– Forse uno dei capitoli più operativi (sebbene per qualche motivo il PDF si legga malissimo!) è il Position Paper dell’Executive Committee di industriAll, European Trade Union. (capitolo 20, pag 163).

– Non conoscevo l’esperienza della Leadership Academy for Poland, capitolo 22 pag. 173. Interessante.

– Il capitolo 25 presenta i risultati della Grand Coalition for Digital Jobs, con focus su come i singoli Stati Membri abbiano implementato l’idea contenuta in un’iniziativa ombrello volta a colmare (o quantomeno non accrescere) il gap di skills digitali (pag. 179).

– I capitoli 34 e 37 Human Brain Project e StartUp Europe espongono i risultati e l’approccio seguito da due iniziative promosse dalla Commissione. Per la prima l’obiettivo è quello di facilitare la creazione di una infrastruttura per la ricerca su cui l’Europa ha già una leadership scientifica, per il secondo l’idea è quella di mettere meglio in contatto start-up e grande impresa europea (pagg. 213 e 221).

– Segnalo l’analisi offerta dal capitolo 39, che descrive i risultati della strategia nazionale irlandese per proseguire sulla strada della digitalizzazione tramite lo strumento dei Trading Online Voucher (pag.225).

– In forme diverse, i capitoli 48, 49 e 50 inquadrano il tema della Demand Side Innovation Policy, e forse il ruolo che potrà avere un futuro European Innovation Council (pagg. 249 e seguenti).

– Il capitolo 52 fa il punto sulle piattaforme di Knowledge management, e cita alcuni dei principali intermediari di innovazione operanti in Europa (pag. 257).

– Se siete rimasti indietro sulla questione Living Labs, o non la conoscete affatto, partite dal capitolo 52, la sua lettura vi porterà ad approfondire l’argomento Open Innovation 2.0 (pag 259).

– È evidente che sull’argomento Open Government gli USA abbiano fatto molto di più dell’Europa: ciò che è stato fatto e tutto ciò che ancora c’è da fare viene elencato nel capitolo 61 (pag. 285).

 

Alcune considerazioni conclusive. Ad un Marziano che vi chiedesse: “Ma l’Europa ha una sua politica per l’innovazione?”, consigliate pure la lettura di questo rapporto. Anche perché ogni capitolo segue una struttura simile, le schede progetto sono molto chiare e offrono tutti i link per approfondire i singoli temi trattati.

Il punto di partenza nel disegnare le mosse future è sempre quello di documentarsi su quello che già è stato fatto. “Opportunity now” offre una panoramica aggiornata sull’argomento innovation policy, da cui partire per progettare azioni complementari.

Secondo punto: uno dei fil rouge è la Strategia Digitale, che percorre quasi tutti gli argomenti trattati. Siamo nel mezzo della quarta rivoluzione industriale e l’Europa deve affrontarla, questo è un chiaro messaggio che arriva da Opportunity Now.

Quello che il rapporto invece non dice è se l’Europa saprà superare gli egoismi degli Stati Membri, gli euro-scetticismi sempre più diffusi, se saprà trovare un nocciolo strategico su cui investire con decisione per lo sviluppo di azioni di guida che passano dalla teoria di una narrazione complessa e multiforme alla pratica di un’implementazione che a suo modo riesca a trovare partecipazione e consenso.