L’11 luglio 2019 si è svolta la prima selezione per il lancio del programma italiano di Plug and Play, nota piattaforma di Open Innovation e storico incubatore della Silicon Valley. Il percorso che ha portato a questo “Selection Day” ha visto una consistente scremature delle tantissime startup candidatesi sino all’individuazione delle 20 oggi in gara. Questa iniziativa si inquadra nella missione dell’acceleratore di individuare le startup più disruptive ed aiutarle a crescere per sviluppare il business, mettendole in contatto con i Big Player del mercato in modo da favorire la nascita di nuove collaborazioni.
In tempi recenti l’incubatore – fondato da Saeed Amidi nel febbraio del 2006, in seguito ai successi come “Early Investor” in aziende del calibro di Google, Paypal e Dropbox – ha intrapreso una strategia di espansione in diversi continenti, in particolare nel 2017 sono stati lanciati ben 16 nuovi programmi tra Europa e Asia. Nel mese di aprile 2019 è stata inaugurata la sede italiana – a Milano, presso Spaces – in cui, per il momento, l’incubatore si occuperà di startup nel settore “Food and Beverage”. Questo ambito è, soprattutto negli ultimi anni, campo di alta sperimentazione disruptive e molte aziende si trovano a dover fronteggiare nuove sfide e necessitano di idee / soluzioni innovative. Qua entra in gioco l’acceleratore che si propone come punto di incontro tra domanda e offerta di innovazione, facilitando l’incontro delle aziende con startup che propongono soluzioni disruptive ma hanno bisogno di finanziamenti, mentorship e programmi di accelerazione.
L’evento – organizzato con i Funding Partners Esselunga, Lavazza, Tetra Pak e Unicredit – si è aperto con la presentazione dell’acceleratore da parte di Andrea Zorzetto (Managing Partner Plug and Play Italy), seguita dal reverse pitch dei Partners, dalle presentazioni delle startups e, infine, da una fast chat, in cui sono state discusse le sfide futuro per l’incubatore nell’ecosistema italiano, tra Seena Amidi, Board Member di Plug and Play, e Pierluigi Zappacosta, Co-Founder di Logitech.
Alle rapide presentazioni dei Partner seguono i pitch delle startup in gara, provenienti non solo dall’Italia ma anche dall’America, Israele ed altri Paesi europei. Le soluzioni proposte dalle aziende – raggruppate in quattro cluster: New Materials and Packaging, Sustainable Products, Supply Chain and Logistics, Analytics and Retail – impiegano tutte le ultime tecnologie, tra cui artificial intelligence, machine learning e analisi sui big data. Emergono due grossi macro-temi, il primo riguardante i nuovi materiali, realizzati con tecniche innovative e chiamati smart materials, il secondo relativo alla digitalizzazione dei servizi / prodotti per migliorare non solo la customer experience ma anche i processi aziendali tramite l’analisi di tante nuove informazioni.
Conclusa questa fase è ora della “Fire Chat”, ossia una chiaccherata tra Seena Amidi e Pierluigi Zappacosta, in cui si discutono temi molto interessanti, tra cui le differenze tra l’ecosistema italiano dell’innovazione e quello americano, le speranze e le ambizioni per il futuro dell’Italia imprenditoriale.
In conclusione, si può senz’altro dire che eventi di questo tipo porteranno effetti positivi e di stimolo – generati dal confronto con realtà internazionali – per l’ecosistema italiano di startup.
Per quanto riguarda Plug and Play la sfida consiste nel riuscire ad integrare il proprio modello nel sistema italiano, il quale differisce sicuramente per cultura, legislazione ed altro da quello americano. Ma a quanto pare questi elementi non spaventano Plug and Play, infatti durante l’aperitivo conclusivo scopriamo che presto l’acceleratore aprirà le porte anche ad altri settori nel nostro Paese!
Di Alberto Di Minin e Gherardo Montemagni