Venerdì 11 marzo sarà ospite della V edizione del corso China Issues della Scuola Superiore Sant’Anna Giulia Sciorati, Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia, dell’Università di Trento e Ricercatrice Associata presso l’ISPI. Nel suo intervento si occuperà di Cina in Asia Centrale.
Qual è la strategia della Cina verso i paesi dell’Asia Centrale?
La Cina propone verso i paesi dell’area centrasiatica – una regione comprendente, in ottica cinese, le cinque ex-repubbliche sovietiche di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan – una politica incentrata su quella che è definita la strategia di vicinato. Questa propende verso la caratterizzazione della Cina come un potere esterno che si dedica al sostegno degli obiettivi nazionali dei paesi centrasiatici e, in particolare, quello di piena realizzazione della sovranità nazionale attraverso lo sviluppo economico. L’area, inoltre, svolge un ruolo centrale nella strategia per la sicurezza energetica cinese: le risorse minerarie e, più recentemente, anche pertinenti alla sfera naturale (soprattutto idriche) sono infatti strumenti chiave della cooperazione tra la Cina e la regione.
Come è stato interpretato in Cina il ritiro degli Usa dall’Afghanistan?
Come sottolineato da Eva Seiwert dell’Università Friedrich-Alexander di Erlangen-Nuremberg, all’interno delle istituzioni con cui la Cina si relaziona con l’area centrasiatica è, negli anni, emerso il principio chiave che solo i paesi che appartengono a una data area possono efficacemente risolverne le problematiche interne. Questo principio rappresenta una chiave di lettura centrale per sviscerare l’approccio cinese al ritiro delle forze statunitensi dall’Afghanistan poiché è andato a giustificare il supporto di Pechino all’instaurazione di un processo di securitizzazione radicato in una mediazione centrasiatica. Ciononostante, Pechino si è certamente dimostrata preoccupata per la propria sicurezza interna con l’uscita di scena delle forze militari statunitensi, in particolare per la sicurezza della regione autonoma del Xinjiang, come dimostrato, tra gli altri, dal finanziamento di un avamposto militare amministrato dalla Polizia armata cinese in Tagikistan.
Quali sono i pilastri del rapporto tra Russia e Cina?
Nonostante sia stata recentemente incardinata sotto l’etichetta di un’alleanza, la relazione tra Russia e Cina in Asia centrale continua a dimostrarsi un “matrimonio di convenienza” come ben definito da Aldo Ferrari ed Eleonora Tafuro Ambrosetti in uno studio pubblicato da ISPI nel 2019. Il mancato supporto pieno della Cina all’invasione russa dell’Ucraina ne è una recente dimostrazione. In area centrasiatica, Pechino e Mosca continuano a rifarsi a quel binomio, negoziato nella seconda metà degli anni ’90, che vede la prima impegnata nella promozione di attività di sviluppo economico e la seconda come fautrice di sicurezza. Non a caso, durante le proteste in Kazakistan di inizio anno, è stata l’Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO), capeggiata dalla Russia, a schierare forze (definite come di peacekeeping) a supporto del controllo della leadership del Partito Nur Otan sul paese.
Di Alberto Di Minin e Filippo Fasulo