L’Unione europea ha contrattualizzato Alter Domus come nuovo gestore esterno per semplificare il processo di investimento nelle tecnologie deep-tech più promettenti
Dopo mesi di stallo per i bandi EIC Accelerator, la Commissione europea ha individuato la lussemburghese Alter Domus per guidare il suo programma di investimento dedicato alle start-up europee. Sarà dunque un soggetto esterno, specializzato in private equity e investimenti immobiliari e infrastrutturali, a decidere quali aziende riceveranno finanziamenti in equity (o strumenti simili).
La Commissaria Marija Gabriel ci conferma soddisfazione per l’alto numero di domande di finanziamento che EIC sta continuando a ricevere, confermando che lo strumento “fornisce una combinazione unica di sovvenzioni, investimenti e servizi di accelerazione del business per le start-up deep tech”
La nomina del gestore del Fondo rappresenta un tassello importante per continuare il percorso di ristrutturazione del fondo stesso: “Dopo i ritardi che abbiamo subito, in particolare per le aziende selezionate nel 2021, sono felice che ora siamo pienamente operativi. Stiamo lavorando duramente per assorbire la pipeline di investimenti esistente entro i prossimi 6 mesi, al fine di andare a regime nel corso della seconda metà del 2023, così da prendere decisioni di investimento entro 8 settimane dall’annuncio alle PMI beneficiarie” promette la Commissaria Gabriel. Sono 180 al momento le aziende già selezionate che attendono con trepidazione notizie da Bruxelles, e smaltire questo carico metterà subito alla prova la nuova governance: “tali decisioni dovranno seguire le linee guida per gli investimenti del Fondo EIC e beneficeranno anche di un comitato consultivo di esperti” rassicura Gabriel.
La gestione congiunta di BEI e manager esterno resta tuttavia una soluzione temporanea, in vista della scelta di un modello di gestione definitivo nel corso dell’anno a venire. Ricordiamo che EIC è nato per contribuire a raggiungere l’obiettivo strategico della cosiddetta sovranità tecnologica europea, investendo ad esempio in tecnologie all’avanguardia come microchip, informatica quantistica e soluzioni climatiche rivoluzionarie. A tal fine EIC Accelerator offre sovvenzioni fino a 2,5 milioni di euro e partecipazioni fino a 15 milioni di euro per azienda, per una quota massima dal 10 al 20%. Nei sette anni 2021-2027 si investiranno 3,5 miliardi di euro in circa 500-700 aziende deep tech.
Anche le imprese italiane hanno dimostrato grande appetito per questo strumento, ma scarsi fino ad ora sono stati i risultati raggiunti, come sottolinea il Prof. Andrea Fosfuri, Rappresentante italiano per i programmi EIC a Bruxelles, che però guarda con ottimismo ai prossimi mesi: “Questo programma si rivolge ad una tipologia ben specifica di aziende. Finora, i partecipanti nazionali hanno avuto un basso tasso di successo, ma il nostro ecosistema di ricerca ed innovazione sta facendo i passi giusti per ridurre il gap con altre realtà europee”. Sarà anche questo, dunque, un banco di prova importante dei risultati raggiunti dal PNRR.
Alberto Di Minin & Antonio Carbone