Continua questa settimana il viaggio nell’Italia dei PoC – Proof-of-Concept, passando ancora una volta per il settore life science. In quest’ambito, lo sviluppo di tecnologie early-stage trova spesso spazio all’interno di vere e proprie piattaforme per l’identificazione e l’implementazione di invenzioni basate su attività di ricerca con un approccio “collaborate-to-compete”.
Un primo caso è quello di Exscalate, piattaforma per la scoperta di nuovi farmaci (drug discovery) sviluppata da Dompé farmaceutici. Sfruttando il potenziale della bioinformatica, la piattaforma combina il supercalcolo e l’AI per progettare farmaci in modo efficiente. “Abbiamo cominciato a sviluppare Exscalate nel 2004 collaborando negli anni con diversi attori del mondo pubblico, in particolare CINECA e il Politecnico di Milano. Oggi contiamo su un network di più di 60 centri di ricerca e di calcolo nel mondo” dice Andrea Beccari, Senior Director della piattaforma. “Il nostro sistema ci permette di accelerare lo sviluppo di farmaci sul piano dell’identificazione e della convalida di target biologici e candidati clinici con una libreria molecolare composta da 2 trilioni di molecole”. Tra i casi di successo troviamo una collaborazione con Harvard che ha portato alla creazione di Aramis Biosciences, una startup impegnata nello sviluppo di terapie modificanti per le malattie della superficie oculare. La molecola alla base dell’azienda è stata progettata all’interno della piattaforma ed è arrivata alla fase clinica in soli 14 mesi. Entro l’anno Exscalate comincerà a utilizzare Leonardo, il nuovo supercomputer del CINECA che sarà inaugurato tra poche settimane.
Un altro caso è quello di Bio4Dreams, incubatore certificato dal MISE di startup innovative, a capitale privato, verticalizzato sulle Life Sciences che dal 2018 ha visto 38 startup incubate di cui 11 partecipate. “Il nostro ruolo è quello di supportare e ottimizzare il percorso verso il mercato di soluzioni innovative in ambito Bio e Digital HighTech, creando valore in diversi ecosistemi locali tra loro interconnessi” spiega Chiara Bortolini, Innovation Hubs Developer, “Siamo un team multidisciplinare strutturato focalizzato per accompagnare giovani ricercatori nello sviluppo di tecnologie innovative grazie anche ad un solido network e ai nostri Laboratori di Ricerca Condivisi”. “Il contributo di Bio4Dreams si può esplicare anche a livello finanziario, con investimenti iniziali fino ad un massimo del 30% dell’equity su realtà in fasi iniziali di sviluppo”, aggiunge Demetra Pelos, Head of Business Nursery.
Sebbene i due casi identificati diano uno punto di vista interessante su come si strutturino percorsi di Open Innovation nel life science in Italia, c’è ancora molto da fare. Le sfide aperte guardano alla costruzione di una pipeline strutturata a livello italiano tra una molteplicità di enti del mondo pubblico e privato, lavorando per la creazione di un sistema organizzato dove ad attori scientifici vengano associati strumenti e partner operativi per meglio competere su un mercato sempre più internazionale e per valorizzare l’eccellenza della ricerca italiana.
Di Alberto Di Minin e Giovanni Tolin
Pubblicato su Il Sole 24 Ore di Domenica 22 Gennaio 2023