La versione di Joe

L’esperienza di Joe Zadeh, uno dei primi collaboratori di Airbnb, ora in Italia per scommettere sulla crescita del nostro Paese. Agli studenti dice “Capite in fretta se siete marinai o pirati”

Se ripensiamo al nostro periodo di formazione, in breve ci ritornerà a mente quella lezione, quella testimonianza, che ci ha cambiato la vita. O per lo meno, quell’occasione in cui le parole di una persona ci hanno dato lo spunto per vedere le cose da un punto di vista nuovo. 

Il dialogo tra Joe Zadeh e gli studenti della  Laurea Magistrale MAIN (Innovation Management) potrebbe essere uno di questi momenti. Organizzato dalla Scuola Superiore Sant’Anna in collaborazione con il Consolato USA di Firenze, questo incontro ha portato a Pisa il manager e imprenditore americano,  già a capo dell’unità Esperienze all’interno di Airbnb, che dopo essere stato il nono assunto all’azienda nel 2010, ha lavorato per anni come Head of Product. 

Oggi Zadeh vive a Bologna, dove si è trasferito alla fine del 2021 insieme alla famiglia e dove ha intenzione di rimanere ancora per qualche anno, con l’obiettivo di aiutare l’ecosistema italiano delle startup in qualità di consulente e investitore. «La realtà italiana delle startup, come la sua cucina, ha degli ottimi ingredienti, semplici e di qualità. Nel settore ingegneristico, per esempio, l’Italia è molto forte: quello di cui sento la mancanza, invece, è una maggiore cultura e strategia del prodotto», ha spiegato Zadeh, durante l’incontro ospitato da Traent, la startup pisana che ha sviluppato un sistema di blockchain aziendale, per garantire e certificare le relazioni B to B. 

Secondo il Zadeh investitore, per capire in quale startup investire bisogna prevedere cosa questa sarà effettivamente in grado di fare, al di là degli ottimi ingredienti. «In quel ruolo, posso dare dei suggerimenti, ma più devo darne, meno credo che l’investimento possa funzionare». Ciò che suggerisce, al contrario, è di mettere a frutto la conoscenza settoriale, che caratterizza tante aziende italiane, che in questi ambiti hanno un vantaggio incredibile per anticipare trend di sviluppo altamente remunerativi. Questa focalizzazione, diremmo noi nei settori tipici del Made in Italy, è quanto Joe considera di prendere in considerazione per l’innesto di quella scintilla che porterà allo sviluppo di tante incredibili occasioni imprenditoriali. 

Dal suo punto di vista, infatti, ci sono tutti i presupposti per cui in Italia, nei prossimi anni, fioriscano tante aziende di qualità: «Mi rendo conto di un trend, già in atto. Avete avuto già i primi unicorni, sono pochi due forse tre, ma non ho dubbi che da qui a qualche anno, in Italia di unicorni ce ne saranno decine! Ecco perché sono qui in Italia in questi anni: voglio essere presente in questo momento unico». Parole forti: musica per le nostre orecchie. Sarà dunque la sua città d’adozione, Bologna, a trainare questa volata? «Io non credo che ci sarà un cluster in particolare, come è avvenuto negli Stati Uniti con la Silicon Valley. In Italia le città in fermento sono tante e diffuse: Bologna, Torino, Milano, Roma, Firenze… Tutte facilmente raggiungibili e collegate attraverso l’alta velocità. Inoltre, con la pandemia ci siamo abituati ad un modo di lavorare diverso, in cui il remoto e le call sono diventate una realtà quotidiana». La prospettiva di Joe: cresciuto a Los Angeles, dove in orari di traffico, raggiungere Venice Beach da City Hall è un viaggio paragonabile a un Milano – Napoli in Frecciarossa, è quella di un osservatore che vede le nostre città come quartieri uniti da un efficiente e veloce sistema di strade e ferrovie. 

Zadeh ipotizza quindi una via italiana diffusa per la crescita delle startup, alla quale guarda con interesse facendo riferimento alla sua predisposizione verso realtà piccole e in crescita. 

Rivolgendosi agli studenti Joe Zadeh afferma che il mondo dell’innovazione ha bisogno sia di vascelli pirata che di incrociatori della marina, e che quando una start up cresce, deve imparare a navigare con disciplina e rigore, rinunciando ad incursioni improvvisate e avventurose. Ce n’è per tutti i gusti e gli stili, nelle acque dell’innovazione!  Joe, forse consapevole del suo look Salgariano, senza dubbio più vicino a Sandokan che ad Ufficiale Gentiluomo, dice chiaramente che il suo approccio preferito è quello del pirata, non certo quello dell’ufficiale di marina.  «I vostri genitori preferiscono che vi arruoliate in marina, che seguiate la strada più tracciata e sicura. Quello che dovete avere chiaro, invece, è in quale situazione preferite stare, quale genera in voi più entusiasmo. Non è importante capire ciò in cui siete bravi: cercate piuttosto di capire ciò che genera in voi più energia, e cosa invece vi consuma».

 

Di Alberto Di Minin e Norma Rosso