Sebbene a 20 anni dall’introduzione dell’Open Innovation questo paradigma non rappresenti più una “scatola nera” per le aziende, rimane sempre una sfida capire come gestirlo e implementarlo all’interno dei diversi contesti industriali. L’Open Innovation può essere uno strumento chiave non solo per favorire la performance delle aziende ma anche per affrontare le grandi sfide del nostro tempo. Lo spiega bene il caso di Terna che con l’innovazione aperta mira a sviluppare nuove soluzioni per rispondere alle crescenti esigenze imposte dalla transizione energetica.
Terna è il più grande operatore di reti di trasmissione in Italia. Oggi, conta quasi 75.000 kilometri di linee di alta tensione gestite e più di 5.600 dipendenti. L’ambizione che guida la mission di innovazione della società guidata da Giuseppina Di Foggia è quella di accompagnare lo sviluppo di soluzioni che abilitino la sostenibilità in modo trasversale. Parliamo di un piano industriale i 10 miliardi investiti nel quinquennio 2021-2025, con una strategia centrata sullo sviluppo infrastrutturale sostenibile e sempre più interconnesso con l’estero.
Alla domanda: “come accompagnare questo processo servendosi dell’Open Innovation?” ci risponde Marco Pietrucci, Head of Innovation, da poco inserito nella 40 Under 40 di Fortune Italia, la lista dei giovani impegnati a cambiare il futuro del nostro Paese. “Abbiamo strutturato l’innovazione interna secondo tre anime: quella di scouting di idee e soluzioni, quella tecnica che sviluppa fattivamente le stesse e le concretizza, quella dell’innovation ventures che studia i trend tecnologici, tutela e valorizza l’innovazione ottenuta”. È un processo formalizzato che si muove all’interno di un’ampia gamma di scenari tecnologici: dal digital al grid tech, dai materiali avanzati alla robotica. Si parte sempre da dei PoC – Proof-of-Concept che sono orientati a risolvere specifici need della società raccolti di anno in anno e rappresentano il primo strumento di ingaggio partner esterni.
Queste realtà, spesso startup, entrando nelle catene del valore di Terna, svolgono il doppio ruolo di abilitatori e di destinatari dei benefici dell’Innovazione. I PoC diventano così un primo banco di prova per testare le soluzioni parlando lo stesso linguaggio tecnico delle startup e abilitare le prime fasi dell’innovazione alla base della transizione energetica.
Lo scouting avviene poi grazie a diversi canali che, attraverso un approccio sia inside-out che outside-in, raccoglie idee da tutto il mondo tramite una Innovation Community diffusa in Italia, un’antenna internazionale presso l’Innovation Center di MTB a San Francisco, ma anche ricerche mirate per trovare opportunità specifiche del mondo della trasmissione di energia elettrica. Inoltre, la società ha costituito Terna Forward, un veicolo per gli investimenti di corporate venture capital, con un importo iniziale di 50 milioni di euro.
Oggi, l’Open Innovation in Terna conta più di 70 progetti di innovazione attivi e diverse collaborazioni con università e centri di ricerca, a fronte di più di 500 startup incontrate. Un sistema complesso e diffuso che rappresenta un tassello importante dell’innovazione italiana. Si tratta di un modello che funziona quando i flussi innovativi delle grandi aziende si muovono non solo dall’esterno verso l’interno ma anche viceversa.
Di Alberto Di Minin e Giovanni Tolin