#China Issues con Marco Bonaglia. Perchè occuparsi di Cina oggi

Riparte oggi alla Scuola Superiore Sant’Anna il corso di “China Issues” dedicato allo studio e alla comprensione della Cina contemporanea, giunto quest’anno alla sua ottava edizione. Il corso prevede l’approfondimento di temi cruciali che riguardano la Cina, dalla cultura tradizionale, all’innovazione, al suo ruolo nell’ordine globale, alle politiche di sicurezza e al suo sviluppo economico. Oggi ospitiamo Marco Bonaglia, Executive Director del Galileo Galilei Italian Institute di Chongqing. Il tema dell’incontro è una riflessione sul ruolo della Cina nel mondo contemporaneo e sul perchè sia utile continuare a studiarla e ad occuparsene. 

Perché secondo te è importante occuparsi della Cina al giorno d’oggi?

Di Cina si parla tantissimo ogni giorno, a volte in modo superficiale e impreciso. Per questo, è ancora più prezioso occuparsi della Cina andando sul campo, o se possibile ascoltare le voci delle persone che ci hanno vissuto per un periodo significativo della propria vita, magari a latitudini diverse. Le voci dalle città chiave ma anche quelle dei luoghi meno battuti. La Cina non è una sola e per provare a capirla bisogna abbracciare la sua complessità e diversità. E’ un Paese che cambia pelle molto rapidamente, in modo brusco e deciso a volte, ma che guarda sempre al futuro e che applica una strategia di medio-lungo periodo nelle sue scelte.

Occuparsi di Cina oggi è oltremodo importante, per il crescente ruolo economico, finanziario, strategico, della Terra di Mezzo. Non c’è parte del mondo in cui una realtà cinese (azienda, ente diplomatico, semplice cittadino, associazione) non sia presente e nel quale le decisioni prese a Beijing non si ripercuotano. Senza Cina, nel 2025, non si ragiona, o lo si fa in modo parziale.

Nel mio settore, ritengo sempre più importante tenere aperti canali di cooperazione accademica e scientifica con partner cinesi. Lavorare e confrontarsi con loro, andare in visita presso le università, i centri di ricerca, i laboratori. Discutere, scambiarsi idee, raccontarsi esperienze, sviluppando relazioni che vadano al di là dei dati e degli esperimenti.

In questo senso, la Sant’Anna ha contribuito in modo significativo al rafforzamento delle relazioni accademiche sino italiane, grazie a professori visionari che tanti anni fa hanno deciso di investire tempo e risorse nella Cina Sud Occidentale, creando qualcosa di bello. Sono cambiati i governi, le fasi di apertura economica cinesi, e la situazione internazionale, ma il Galilei Institute è ancora lì, a Chongqing. Questo significa tanto per noi. Vuole dire che oltre all’interesse puro, c’è anche una certa dose di capitale umano e di relazioni che sono forti, resistenti, disinteressate.

Cosa sta facendo oggi il Galilei nel Sud Ovest cinese?

Il Galilei è un centro di cooperazione accademica attivo a Chongqing dal 2007, e rappresenta l’estremo cinese del ponte di collaborazione tra Sant’Anna e Chongqing University. E’ nel campus A della Chongqing University, nel distretto di Shapingba, grazie a uffici all’interno del Main Teaching Building dell’Università. Il Galilei supporta le attività di cooperazione tra Professori della Chongqing University e la Sant’Anna, offre servizi di supporto logistico, linguistico e di ricerca, raccolta dati. A livello pratico, quando ci sono professori italiani interessati a sviluppare con colleghi della CQU, ci attiviamo per individuare i partner e costruire un processo di dialogo e cooperazione, che speriamo si possa concretizzare in paper, laboratori congiunti o altri progetti condivisi. Nel 2024 abbiamo aiutato studenti italiani a vivere un’esperienza incredibile presso la CQU, supportato diverse delegazioni accademiche e di ricercatori, e prodotto numerosi contenuti sulla Cina e la città di Chongqing. Siamo sempre aperti a nuovi progetti.

Quali sono le prospettive che vedi per il futuro?

Non sono in grado di prevedere il futuro (mi piacerebbe!) ma posso dire come mi preparo al futuro: credo che verso questo grande paese si debba adottare sempre un approccio pragmatico, concreto, senza cambi di rotta improvvisi, come fanno i tanti nostri connazionali presenti sul campo. Nel nostro piccolo, come Galilei, cerchiamo di tenere il dialogo aperto con i colleghi di Chongqing University. Quando ci sono opportunità di fare ricerca insieme, di scrivere libri, di imparare gli uni dagli altri, siamo sempre pronti. Cerchiamo di essere utili e di supportare la cooperazione accademica.

Di Alberto Di Minin e Jacopo Cricchio