#China Issues con Alessandra Lavagnino. Cina oggi, tra radici e futuro

Abbiamo il piacere di ospitare al corso di China Issues Alessandra Lavagnino, membro del Consiglio direttivo e Direttore di parte italiana dell’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano. La Professoressa Lavagnino ha trascorso molti anni in Cina per studio, ricerca e lavoro, ed è stata Consigliere per la stampa presso l’Ambasciata d’Italia a Pechino. Ha tradotto e curato la pubblicazione di testi di letteratura cinese antica, moderna e contemporanea ed è autrice di numerosi saggi e articoli sulla cultura cinese. È membro dell’AISC (Associazione Italia di Studi Cinesi), dell’EACS (European Association for Chinese Studies), dell’ Associazione cinese di studi sul Wen xin diao long, (Wen xin diao long xuehui 文心雕龙学会). Fa parte del Comitato scientifico delle riviste Mondo cinese e Lingue Culture MediazioneLanguages Cultures Mediation.

La tradizione culturale cinese continua a giocare un ruolo fondamentale nelle politiche e nelle strategie di sviluppo del paese. Quali elementi della storia cinese ritiene più influenti nelle scelte attuali di Pechino?

Si tratta di una scelta precisa e che in questi anni viene assai ben scandita dalla realizzazione di una serie di progetti con  investimenti importanti, che hanno lo scopo di valorizzare tanto il tradizionale  patrimonio documentale, storico, artistico relativo al passato imperiale, che quello  inesauribile delle tradizioni popolari,  degli aspetti più comuni della vita quotidiana e dai costumi locali, un potente collante che tiene insieme le diverse popolazioni che abitano questo  vastissimo paese. Nuovi musei costruiti con i criteri più moderni e le tecnologie più avveniristiche promuovono e stimolano l’interesse di un pubblico sempre più vasto per esposizioni nazionali e  internazionali (moltissime quelle italiane che hanno grandissimo successo: Mi piace segnalare che attualmente – aprile ’25- una Mostra sulle Armature del Museo  di Palazzo Reale di Torino, intitolata“Steel of Glory”, sta riscuotendo una entusiastica accoglienza  a Shenzhen);  Ricordo infine che si sviluppa in maniera potente anche il turismo culturale interno, alla ricerca di siti archeologici, monumenti e reperti culturali del passato.   

Il soft power culturale è diventato uno strumento essenziale nella diplomazia cinese. Quanto è efficace rispetto alla percezione della Cina all’estero? 

La percezione odierna della Cina all’estero risente purtroppo dell’attuale momento storico che stiamo, faticosamente, attraversando, un momento nel quale si stanno riconfigurando equilibri/disequilibri di cui non sappiamo ben valutare le proiezioni future.  Per quanto riguarda in concreto alcune nostre realtà locali (mi riferisco in particolare a Milano e alla Lombardia) va segnalato, comunque, che l’attenzione e l’interesse nei confronti di progetti culturali riguardanti la lingua e la cultura cinese continuano a riscuotere interesse, e lo studio della lingua e della cultura continua ad attrarre studenti tanto nelle scuole superiori  che all’Università, in vista di nuove possibili prospettive di lavoro in Cina.

Guardando alla società cinese  contemporanea, quali sono gli aspetti della cultura tradizionale che continuano a influenzare la vita quotidiana e il dibattito pubblico?

Interessante è notare  come la struttura  familiare tradizionale – con il riconoscimento ed il rispetto per le consolidate gerarchie confuciane – continui comunque a esercitare ancora una profonda influenza sulla vita quotidiana, e questo non avviene  solo nelle campagne, tradizionalmente più arretrate, ma anche  nelle  mille odierne sfaccettature della nuova vita urbana.  Una vita che si fa sempre più frenetica, costosa, e parcellizzante, e che propone attraverso le nuove tecnologie digitali (social ecc.)  nuovi miti di successo immediato e individuale che incantano  i millennials … Ma resta comunque ancora la famiglia il nucleo di fondo,  il punto di riferimento costante e solido a cui si rivolgono – nell’incertezza di un “avvenire” che potrebbe ormai non essere più così “radioso” come assicurava la propaganda del passato –  giovani e meno giovani  nei momenti di crisi. Una famiglia  che ormai si estende, si dirama, sembra anche disperdersi in diversi e impensati sviluppi… sempre meno bambini, più divorzi, nuove generazioni di single … ma un modello alternativo non ha ancora preso forma, e il sinogramma che la rappresenta è sempre quello della millenaria tradizione…

Di Alberto Di Minin e Jacopo Cricchio