Biodiversità: il mercato che (ancora) non c’è, ma che dobbiamo costruire insieme

Venerdì scorso ho partecipato al workshop dell’OCSE “Mobilising Private Finance for Biodiversity”.
Il workshop è stata un’occasione per esaminare le opportunità, le sfide e le buone pratiche per incrementare la finanza pubblica e privata rivolta alla biodiversità e il suo impatto. Un’occasione per affrontare il tema dei meccanismi finanziari in modo ampio, che ha spaziato dal pagamento per la fornitura di servizi ecosistemi alla gestione dei crediti in biodiversità, arrivando a trattare anche aspetti legati alle obbligazioni e agli investimenti azionari per la biodiversità. Un evento tecnico, certo, ma con un messaggio chiaro: la finanza privata può e deve giocare un ruolo decisivo nella tutela della biodiversità. Tuttavia, da sola non basta.

Siamo di fronte a una sfida sistemica che richiede l’alleanza tra politica, finanza pubblica e investitori privati. È necessario un cambiamento di paradigma che integri la biodiversità nelle decisioni economiche e finanziarie. Il mercato della biodiversità, inteso come insieme di strumenti finanziari e investimenti orientati alla conservazione degli ecosistemi, è ancora in fase embrionale. Mancano regole chiare, standard condivisi e incentivi adeguati. Eppure, l’urgenza è palpabile. Come ha affermato Ban Ki-moon, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite: «Non abbiamo un piano B perché non abbiamo un pianeta B»; durante il workshop dell’OCSE, il Chief Financial Officer di una grande azienda ha detto: «Oggi l’urgenza sulla biodiversità è diventata quella che trent’anni fa era sulla sostenibilità». Questa consapevolezza sta crescendo, ma per tradurla in azione servono politiche pubbliche coerenti, rimozione dei sussidi dannosi e strumenti finanziari innovativi.

Porto questi spunti al Forum Nazionale della Biodiversità, in corso all’Università di Milano-Bicocca dal 19 al 22 maggio e organizzato dal National Biodiversity Future Center (NBFC). Qui, ricercatori, imprenditori, policy maker e rappresentanti del mondo finanziario si confrontano su come costruire un futuro in cui la biodiversità sia parte integrante delle nostre scelte economiche e sociali. Quattro giornate in cui vengono messi in luce gli impatti generati da NBFC in termini di conoscenza, strumenti, formazione e innovazione.

Si conclude il 22 maggio, Giornata Mondiale della Biodiversità, con un evento alla Triennale di Milano, nell’ambito della mostra “Inequalities”. Un’occasione per riflettere su come le disuguaglianze ambientali si intrecciano con quelle sociali ed economiche.
La biodiversità non è solo una questione ecologica, ma una sfida che riguarda tutti noi. Per affrontarla, dobbiamo unire le forze e investire in una ricerca multidisciplinare e traslazionale, capace di generare soluzioni concrete e condivise. “La biodiversità è la soluzione” è il motto di queste giornate e, se ci impegniamo tutti, lo sarà davvero.

Di Alberto Di Minin e Norma Rosso