Università Generativa: ecosistema aperto per una nuova forma di educazione

Oggi, in un mondo che cambia a ritmo serrato, le università non possono più limitarsi a insegnare: devono diventare veri e propri laboratori di idee e innovazione, capaci di generare impatto concreto.

Andrea Prencipe, professore e già rettore della Luiss Guido Carli, lo spiega bene nel suo libro Università generativa, uscito lo scorso anno per Il Mulino, dove propone una visione fresca e innovativa dell’istruzione superiore. Qui la conoscenza non è un bene semplicemente da custodire e condividere, ma può essere un motore che si intreccia con l’impegno sociale, trasformandosi in un vero e proprio strumento di cambiamento positivo.

Il concetto di università generativa va oltre la tradizionale “terza missione”: l’ateneo non è più solo un luogo di trasferimento del sapere, ma un sistema aperto, dinamico e, appunto, generativo. Qui la conoscenza si crea, si rielabora e si diffonde continuamente, grazie al contributo attivo di studenti, docenti, imprese, istituzioni e società civile. L’università ascolta dunque il territorio, le imprese, la comunità, trasformando quei bisogni in progetti concreti e di impatto.

Il libro identifica due pilastri fondamentali per questo modello: engagement ed educability.
Con engagement si intende un coinvolgimento attivo e continuo tra università e società. Non si tratta solo di scambiare idee, ma di co-progettare, condividere competenze e trovare insieme soluzioni innovative. Pensare a laboratori aperti, collaborazioni con imprese locali o partnership con associazioni: spazi dove gli studenti mettono subito in pratica ciò che imparano.
Educability, invece, è la capacità di imparare sempre e di adattarsi ai cambiamenti. È un percorso che non finisce con la laurea, ma accompagna studenti e docenti tutta la vita. Prencipe, forte della sua esperienza come rettore, sottolinea che oggi due competenze sono fondamentali: la flessibilità mentale e l’apertura al cambiamento. Sono proprio queste a permettere di affrontare con successo un mondo sempre più complesso e imprevedibile.

La visione di università generativa si muove su tre direttrici principali: interdisciplinarità, internazionalizzazione e innovazione.
Interdisciplinarità significa oltrepassare i confini delle materie e unire competenze diverse, per esempio, ingegneria con scienze sociali, economia con biologia, per affrontare le grand challenge del nostro tempo. Non più compartimenti stagni, ma nuovi profili di laureati “poliedrici” e team multidisciplinari capaci di lavorare insieme.
L’internazionalizzazione non è più solo mobilità studentesca, ma apprendimento della diversità culturale, flessibilità e apertura mentale. Programmi di scambio, progetti con università straniere, classi multiculturali: tutto ciò prepara gli studenti a operare in contesti globali, oltre che essere capaci di “ritrovare coerenza e continuità”.
Infine, l’innovazione intesa come il motore del progresso umano. Non si parla solo di adottare tecnologie come intelligenza artificiale o blockchain, ma di ripensare i tradizionali modelli di insegnamento, collaborazione e creazione di valore. Sperimentare un nuovo modello educativo “enquiry based”, dove gli studenti, insieme con i propri docenti, trovano risposte a problemi reali del mondo. Valorizzazione di un pensiero divergente, capace di ragionamento intuitivo e connessioni innovative in grado di governare l’AI. Una ricerca accademica sempre più orientata all’interazione con la società.

Questo libro nasce da anni di esperienza di Andrea Prencipe come studioso, come docente e  rettore. Andrea ha un passato come studente alla Scuola Sant’Anna, dove ha preso parte ad una delle prime edizioni del Master in Management dell’Innovazione, che negli anni 90 era stato il primo percorso universitario a mettere insieme in aula ingegneri, filosofi e economisti. “La Suola Sant’Anna è il laboratorio ideale per perseguire ricerca su ‘educational innovation’: numeri piccoli, quasi-experimental setting!” ci ha detto quando abbiamo commentato insieme il suo libro.

“Università Generativa” è rivolto a chi vuole capire come l’ateneo possa diventare un ecosistema aperto, dinamico e inclusivo. Offre una visione concreta per ripensare l’istruzione superiore, rompendo con gli schemi tradizionali e facendo dell’università un motore di cambiamento reale e duraturo.

In un’epoca in cui la conoscenza è la risorsa più preziosa, investire in questo modello significa puntare su un futuro in cui istruzione, ricerca e società lavorano insieme per costruire un progresso sostenibile e condiviso.

Di Alberto Di Minin e Silvia Iossa