Continua la quarta edizione del corso China Issues che si tiene presso la Scuola Superiore Sant’Anna. Lunedì 26 aprile interviene Federico Masini, Professore di Lingue e Letteratura della Cina e dell’Asia sud-orientale presso l’Università la Sapienza di Roma e tra i più autorevoli sinologi italiani. Nel suo intervento parlerà di “cultura cinese: un ponte tra tradizione e attualità”
Perché è importante studiare la lingua cinese per comprendere la Cina? Si può dire che sia uno strumento imprescindibile per costruire relazioni di lungo periodo?
La lingua da sempre racchiude l’essenza di un popolo, la sua storia, la sua memoria e la sua vita. Il cinese non fa eccezione, esso è il patrimonio di un paese e di una tradizione, se poi questa storia è così lunga e duratura, allora si comprende come la lingua, ma soprattutto la scrittura cinese, siano la chiave migliore per entrare nel mondo della Cina. Per comprendere il ruolo della scrittura cinese nella storia, dobbiamo immaginare che esso sia paragonabile a quello svolto dalla scrittura latina in Occidente.
Cos’è possibile ritrovare nella Cina di oggi della sua cultura tradizionale e come l’ha influenzata l’apertura al mondo?
La Cina oggi è la sua cultura tradizionale. E non potrebbe essere altrimenti avendo alle spalle una storia di organizzazione statale, che non ha paragoni in tutta la storia dell’umanità. Durante due secoli di apertura, dal principio dell’Ottocento ad oggi, la Cina ha saputo imparare dal mondo, ma ha saputo anche conservare e difendere la propria tradizione, che se un tempo poteva sembrare vetusta ed obsoleta, proprio oggi ha saputo mostrare la propria efficienza e ricchezza.
Quali sono gli elementi più importanti da tenere in considerazione nel costruire una relazione con la Cina nei prossimi anni? Inoltre, a questo proposito, come potrà la Cina rafforzare la propria immagine internazionale a fronte del peggioramento che si è verificato questi anni nel contesto della Tech War, della pandemia e di una maggiore presenza cinese all’estero?
Dopo due secoli di umiliazioni, e a volte sottomissioni, oggi la Cina si attende dall’Europa ed in particolare dagli Stati Uniti, rispetto e riconoscimento. L’Occidente deve sapere bene con chi si relaziona, ne avevano chiara cognizione Marco Polo e Matteo Ricci, quando tentarono di entrare in contatto con la Cina, ma a volte noi sembriamo averlo dimenticato. La Cina appare oggi badare alla propria immagine assai meno di quanto ha mostrato negli scorsi decenni, dal 2000 ad oggi. Si sente più forte; capace di controllare il mercato dei semiconduttori, con un ribalzo del Pil del 18,5%, con una pandemia sotto controllo, si aspetta rispetto e considerazione a livello internazionale. L’Europa è ad un bivio: o seguire la politica del confronto e della contesa dell’amministrazione Biden, o cercare una via alternativa, fatta di competizione e di dialogo, come quella espressa in Europa da Angela Merkel.
Di Alberto Di Minin e Filippo Fasulo