Giulia Pompili è un punto di riferimento per chi vuole essere accompagnato nella conoscenza dell’Asia orientale. Come scrive nel suo libro, si è trasformata in esperta mossa dalla curiosità per mondi lontani e grazie a numerosi viaggi ed esperienze giornalistiche. Oggi fa parte di quel gruppo di giovani giornalisti italiani che raccontano l’Asia e le sue trasformazioni nel solco della tradizione. È sempre più interessante leggerla quasi quotidianamente sul Foglio, ma anche seguire le sue analisi nei canali “all news” italiani, nonché ricevere ogni settimana la Newsletter “Katane”, una stanza virtuale di approfondimento su ciò che accade in Asia Orientale. Per Mondadori, ha appena pubblicato il libro intitolato “Sotto lo stesso cielo”: è il testo che vi presentiamo questa settimana per “Le recensioni di Fuoriclasse”.
Il secolo asiatico – Non di sola Cina si ciba il mondo
Dopo averne apprezzato la scorrevolezza e i contenuti originali, pensiamo che questo libro sia utile per il nostro pubblico per due motivi principali. Innanzitutto perché descrive bene come l’Asia non sia solo Cina, ma molto di più. Come scrive Pompili, al posto di “secolo cinese”, sarebbe più corretto affermare che siamo in presenza di un “secolo asiatico”. L’Asia è molto più ricca e variegata di quello che ci immaginiamo, nonostante la nostra narrativa sia spesso schiacciata sul punto di vista cinese. Il centro del mondo – come affermato da ormai decine e decine di riconosciuti esperti di relazioni internazionali, quali Parag Khanna (autore del testo “The Future is Asian: Commerce, Conflict and Culture in the 21st Century, New York : Simon & Schuster, 2019) – si sta spostando in Asia, ed è utile per questo motivo conoscere gli attori principali di questa parte del globo. La Cina è un attore chiave di questa parte del mondo, ma non il solo da tenere d’occhio.
Il secondo motivo per cui riteniamo questo libro affascinante è che mette in luce molto bene il legame, l’influenza, ma anche le tensioni latenti o manifeste presenti tra gli attori dell’Asia orientale. Dal nostro osservatorio speciale di Chongqing (dove da tredici anni la Scuola Sant’Anna si è insediata con l’Istituto Galileo Galilei) inserito quindi nel cuore dell’Ovest cinese, ci accorgiamo spesso di come l’influenza dei paese vicini sia grande, e di come la Cina guardi agli altri attori dell’Asia orientale con rinnovato e costante interesse. La ruggente crescita economica cinese non deve essere sezionata in laboratorio, ma inserita in un contesto regionale estremamente interessante e frizzante. Quando si guarda alla Repubblica Popolare Cinese, è sempre utile ingrandire la lente d’osservazione per includere anche gli altri attori dell’Asia Orientale. Il Giappone, la Corea del Sud e l’Isola di Taiwan, hanno rappresentato in passato non solo dei possibili rivali per la Cina, ma anche un esempio e uno stimolo ad aprirsi, fornendo dei modelli di sviluppo di successo, che poi sono stati applicati “con caratteristiche cinesi”. A livello internazionale poi, i tre attori citati, con l’aggiunta della Corea del Nord, giocano un ruolo internazionale strutturato e sempre crescente.
I contenuti del libro – L’Asia orientale non è una sola: quattro attori diversi “sotto lo stesso cielo”.
Il libro di Giulia Pompili è un racconto piacevole e carico di aneddoti personali sull’Asia Orientale, dettagliato dal punto di vista storico, culturale, politico e socioeconomico. L’opera si apre con un capitolo sulle “isole della discordia”, ovvero quei luoghi che sono al centro delle tensioni degli attori principali di questa complessa parte del mondo e che vedono spesso il coinvolgimento di altre “grandi potenze”.
L’autrice dedica un capitolo a Giappone, Corea del Sud, Corea del Nord e Taiwan, cinque realtà che condividono con la Cina storia, cultura, commercio, e che sono interconnessi a essa da millenni. La “Terra di Mezzo” rimane per tutto il libro “the elephant in the room”: troppo grande per uscire di scena, troppo legata agli altri Paesi per dimenticarsene.
Il libro si chiude con un capitolo sulle olimpiadi, un incredibile strumento di public diplomacy che ha segnato la storia recente di Giappone, Coree e Cina, per tornare quest’anno, in questi giorni, nuovamente a Tokyo: all’olimpiade asiatica, in un palcoscenico in lotta con la pandemia e senza spettatori in sala. Un evento che non solo ha cambiato la dimensione interna dei Paesi che l’hanno ospitato, ma anche e soprattutto la loro percezione internazionale.
Ma quali sono le “linee rosse”, le tematiche che accomunano gli attori di cui parla Pompili nel suo libro e che li rendono attori “Sotto lo stesso cielo”? Ne abbiamo evidenziate quattro.
In cima a tutto si colloca l’importanza della “Storia”. «L’Asia orientale è un luogo complicato, dove il passato torna costantemente nelle cronache contemporanee, dove anche mangiare un gamberetto può essere un atto politico», scrive la Pompili. Per nessuno dei quattro attori del libro questo viene meno: la storia è sempre presente sulla scena e basta poco, un richiamo, una provocazione, per accendere gli animi e i rapporti tra “vicini”.
Il secondo tema da sottolineare è sicuramente la forza della politica e delle sue istituzioni. Pompili racconta le storie degli uomini e donne chiave degli ultimi decenni, spesso appartenenti a dinastie politiche che hanno giocato un ruolo centrale nel proprio Paese. I politici dell’Asia orientale si muovono in un quadro chiaro, di alternanza di potere, in cui le opinioni pubbliche giocano un ruolo determinante e dove le principali istituzioni democratiche rimangono in piedi, nonostante crisi, catastrofi e minacce nucleari, conflitti che sono sempre a passo dall’esacerbarsi. Dei “magnifici quattro”, la Corea del Nord rappresenta l’eccezione, ma è una mosca bianca non solo in Asia Orientale: rappresenta infatti un pericoloso unicum in un mondo da “fine della storia”.
Un altro tema chiave del libro per noi è il rapporto dei quattro attori con gli Stati Uniti. Il Giappone di Koizumi e di Abe, la Corea del Sud di Park, la Corea del Nord della bomba atomica e l’isola di Taiwan, che guardava a Trump e alle visite di membri dell’amministrazione statunitense sul proprio territorio: nessuno in questa parte del globo può fare a meno di un rapporto quantomeno di buon livello e di dialogo con gli statunitensi. Gli USA sono in campo, lo sono stati, sono tornati con il “Pivot di Asia” di Obama e la strategia dell’Indo Pacifico di Trump, e ci sono ora con il “Quad (Quadrilateral Security Dialogue) del Presidente Biden. Gli USA hanno modellato in alcuni casi le istituzioni locali o ci si è ispirati a quelle di Washington. Il futuro dei quattro passerà inevitabilmente dalle scrivanie dei presidenti americani.
Infine, il rapporto con la Cina, lo “sfidante” nell’ordine internazionale attuale secondo gli occidentali, è il peperoncino che dà gusto alla contemporaneità di questa zona strategica. I “quattro dell’Asia orientale” sono legati indissolubilmente dell’economia cinese e viceversa. Come scrive Pompili, «non esiste Pechino senza Taipei, non esiste Pechino senza Seoul, ma soprattutto non esiste Pechino senza Tokyo». Naturalmente la geografia qui gioca un ruolo chiave: i quattro circondano geograficamente la Cina o viceversa. Se le alleanze dei “4+1” si muovono, si trasformano in conflitti, vengono rimodellate da interessi strategici comuni oppure divergenti, la presenza geografica cinese è inevitabile: a volte creatrice di tensioni, ma anche di grandi opportunità.
Perché questo libro può esserci utile
“Sotto lo stesso cielo” merita di essere letto perché ci ripropone in modo chiaro e piacevole l’importanza dei quattro attori orientali, ci racconta la loro spinta verso innovazione, i tentativi di riforma, gli obiettivi futuri, ma anche l’ancoraggio alla tradizione. Ci ricorda come l’Asia orientale sia percorsa da tradizioni, storia, lingue, scelte internazionali, simili, anche se esistono pulsioni per la creazione di identità diverse e ben definite. Infine, è un libro utile perché se la Cina è sempre più determinante, conoscere anche i suoi vicini di casa ci può aiutare a capirla meglio ed evitare bolliti, scotti e inutili luoghi comuni sul Dragone. Come sempre lo studio, la lettura e la conoscenza del diverso aiuta a comprenderlo meglio. Grazie Giulia per questo tuo libro!
Di Alberto Di Minin e Marco Bonaglia