Riporto il testo del mio pezzo apparso ieri (domenica 29 giugno) su Nòva. Si tratta di un’analisi dei dati appena rilasciati dalla Commissione Europea sulla partecipazione delle Piccole e Medie Imprese alla prima call a loro dedicata nel programma Horizon2020. Significativo il dato sulla partecipazione italiana e spagnola. Bisognerà aspettare le graduatorie di luglio per sapere chi ce l’avrà fatta e se, oltre che propositive, le nostre PMI sono anche super-innovative. Nel frattempo però questo dato mi porta a fare alcune considerazioni.
Le PMI italiane hanno risposto con convinzione all’SME Innovation Instrument. Tramite questo strumento, la Commissione UE dedicherà il 7% del budget di Horizon2020 allo sviluppo di progetti R&I delle piccole e medie imprese. Su 2666 proposte pervenute entro la scadenza di giugno, oltre il 16% è italiano. Tre spunti di riflessione su questo dato.
1- Se sollecitate da programmi chiari le PMI sono propositive. Nelle intenzioni di Bruxelles, l’SME Instrument doveva essere snello, bottom-up: un finanziamento a fondo perduto assegnato in tempi rapidi, con bandi a scadenze trimestrali. “L’alta partecipazione dimostra che l’offerta della Commissione è stata apprezzata – osserva Marco Malacarne (DG Enterprise) – ora, però, c’è tanto lavoro da fare per mettere a punto i meccanismi di selezione e di risposta”. Buona la prima, ma appuntamento a settembre per la seconda scadenza, con linguaggi e procedure ancora più semplici.
2- La strategia di comunicazione su Horizon sta funzionando. “Negli ultimi 15 mesi abbiamo organizzato 60 presentazioni”, sottolineano Diassina Di Maggio (Direttore) ed Antonio Carbone (National Contact Point PMI) di APRE, l’Agenzia per la promozione della ricerca europea. Essi aggiungono: “lo strumento PMI ha avuto un effetto-traino per la partecipazione del mondo delle aziende ad Horizon”. Inoltre, esprime soddisfazione per “l’efficacia del lavoro svolto sul territorio dal nostro sistema associativo” il Presidente di Piccola Industria di Confindustria Alberto Baban: “sarà ora molto importante capire quante nostre PMI innovative supereranno la valutazione”.
3- Applichiamo il meccanismo della sussidiarietà. Le richieste di finanziamento sono in un rapporto di 16 a 1 rispetto al budget allocato. La selezione sarà durissima: il 3% per biotech e ICT. Saranno molte le PMI ammesse in graduatoria ma non finanziate. Si tratta di progetti che sono già stati valutati per il loro potenziale innovativo. L’invito a Regioni e Ministeri è quello di considerare tali progetti nella definizione dei futuri interventi di policy.