#China Issues con Alessandro Arduino – Politiche di sicurezza in Cina

Oggi al corso di China Issues in Sant’Anna ospitiamo Alessandro Arduino, considerato uno dei massimi esperti di sicurezza privata cinese e autore del libro di riferimento sull’argomento “China’s Private Army”, recentemente tradotto in lingua cinese. Il suo ultimo libro “Money for Mayhem: Mercenaries, Private Military Companies, Drones, and the Future of War” (Rowman & Littlefield, 2023) prevede come sarà il futuro della guerra in un mondo dominato dagli eserciti privati. Il Dottor Andruino è membro dell’Advisory Group dell’International Code of Conduct Associations per le società di sicurezza private, docente affiliato al Lau China Institute, King’s College London e visiting professor al Geneva Graduate Institute. 

Quali sono le principali preoccupazioni di sicurezza per la Cina?

Nel 2025, l’Iniziativa cinese della Belt and Road è sottoposta a crescenti pressioni, sia nelle aree vicine ai confini nazionali che in regioni più lontane. Le tensioni, già evidenti nel 2024, si aggravano ulteriormente a causa del conflitto tra le difficoltà economiche interne e le crescenti crisi di sicurezza all’estero e la politca americana sotto il nuovo mandato di Trump.

Il contesto regionale risulta particolarmente instabile. La Corea del Nord contribuisce a internazionalizzare il conflitto in Ucraina, mentre in Corea del Sud il sistema democratico è scosso dalle cerscenti crisi interne. Nel frattempo, il Pakistan è attraversato da gravi violenze interne e da rapporti sempre più tesi con l’Afghanistan sotto il controllo dei Talebani. La situazione in Myanmar è ancora più allarmante: il conflitto armato si intensifica e l’economia continua a peggiorare. 

In che modo Pechino affronta le sue sfide di sicurezza?

La diplomazia cinese ha ancora margini di manovra in molte regioni del mondo, soprattutto dove c’è un forte bisogno di capitali per la ricostruzione e abbondano le risorse naturali. La vera incognita è capire se Pechino sceglierà di allinearsi con l’influenza crescente della Turchia in Medio Oriente e Nord Africa, se si affiderà alla protezione offerta dai mercenari russi nell’Africa subsahariana, oppure se preferirà concentrarsi sulla salvaguardia della Belt and Road Initiative (BRI) in aree considerate più sicure per gli investimenti cinesi. 

Che impatto può avere l’attuale scenario internazionale su queste preoccupazioni?

Queste zone più stabili vanno dai ricchi Stati del Golfo al Levante, dall’Egitto al Marocco e dal Kenya al Sudafrica.  Nel frattempo, in regioni come l’Unione Europea e il Sud America — dove la BRI procede in modo relativamente tranquillo e senza particolari problemi di sicurezza — molto dipenderà dalle decisioni del presidente Trump su come affrontare la Cina.

Di Alberto Di Minin e Filippo Fasulo