Il tema dell’impresa che nasce dall’iniziativa degli studenti universitari è di grande attualità. Gli studenti sono oggi una componente di fortissima innovazione per il contesto universitario… e lo sono sempre stati! Si potrebbe dire che la prima università europea, l’Alma Mater Studiorum di Bologna, nacque proprio come un esercizio di imprenditorialità studentesca. L’università fu infatti fondata nell’XI secolo come libera associazione studentesca. Erano gli studenti ad organizzarsi tra di loro, scegliendo uno studente-rettore, ingaggiando e pagando gli insegnanti.
Proprio alcuni colleghi di Bologna stanno oggi monitorando con attenzione il fenomeno dell’imprenditorialità studentesca con un progetto di lavoro molto interessante. “I nostri risultati ci dicono che le esperienze di imprenditorialità studentesca si stanno diffondendo oltre le scienze pure e applicate. Vediamo sempre più casi affermarsi anche nelle scienze sociali. Gli studenti stranieri sono particolarmente attivi a dimostrazione che si tratta di un fenomeno particolarmente inclusivo e che potrebbe anche andare a mitigare problemi regionali sul mercato del lavoro”, mi spiega l’amico Riccardo Fini, Professore di Management a Bologna, che segue questo progetto.
Domani, proprio a Bologna parlerò di impresa innovativa, presentando lo sviluppo del programma SME Instrument, nell’ambito di un evento organizzato insieme ad ASTER, ad APRE e alla rete EEN. Incontrerò decine di imprese che si sono sapute aggiudicare un finanziamento Horizon2020: chissà se tra di loro troverò delle iniziative partite da studenti universitari?
Tornando al tema dell’imprenditorialità studentesca, qualche giorno fa ho avuto modo di toccare con mano ciò che la passione e l’impegno dei miei allievi alla Scuola Sant’Anna sono in grado di realizzare. Ha infatti superato ogni mia aspettativa la prima edizione del “Sant’Anna Business Game” che si è tenuta il weekend del 18 Novembre a Pisa. L’evento, organizzato interamente da JEBE, la Junior Enterprise degli Allievi della Scuola Sant’Anna, ha attirato 60 studenti di 14 diverse nazioni e aziende come Microsoft, Enel, Benetti, GE Avio, RedBull ed Ericsson.
Ogni azienda partecipante ha lanciato una challenge ispirata ai propri problemi strategici e gestionali. I temi toccati sono stati i più vari, dalla digital transformation alla mobilità 2.0 e all’IoT. I ragazzi divisi in team si sono sfidati per proporre la migliore soluzione e hanno lavorato sodo con ritmi serrati ma piacevolmente intrisi di elementi di gioco e competizione. Gli studenti hanno presentato le loro soluzioni davanti ai manager, che dopo aver distribuito informazioni e dispensato consigli, si sono trasformati in giudici per scegliere e premiare i progetti migliori.
Adattando e facendo loro il format del business game, gli Allievi del Sant’Anna hanno proposto ai loro colleghi provenienti da 20 diverse università di dedicare mezza giornata per ciascuna azienda partner, a cui è stato dato modo di presentarsi, conoscere i partecipanti e lanciare la propria challenge. Ogni sfida è stata risolta in tre ore di lavoro in parallelo da team di cinque persone ciascuno costituiti di modo da garantire la massima eterogeneità di provenienza ed estrazione.
Un gigantesco timer ha segnato il lavoro delle squadre, la Scuola ha messo disposizione aule e strumenti, ma l’iniziativa è stata auto gestita e finanziata tramite sponsorizzazioni. La classifica finale è stata poi individuale, considerando i punteggi accumulati dai ragazzi in ogni singola challenge (come premi: viaggi in Toscana – presso gli agriturismi dello sponsor 4tourist – visori VR, degli ottimi vini, e gadget vari).
Io ho dato il mio contributo con una breve lezione sull’Open Innovation, sono intervenuti altri esperti, come Alessandra Zucca, che ha spiegato ai ragazzi come preparare presentazioni efficaci. Particolarmente interessante come il Digital Transformation Lead di Microsoft, Ivan Mazzoleni ha preparato la sua challenge, partita una settimana prima via Skype.
A completare questa bella giornata i giovani dell’Istituto Alberghiero di Pisa, che hanno cucinato e servito tutti i pasti consumati durante la due giorni: momenti di networking in cui sono circolati biglietti da visita e curriculum.
È bello vedere gli studenti “salire in cattedra” e impartirci una bella lezione. Sono convito che i risultati di questa iniziativa andranno ben oltre la due giorni al Sant’Anna. “Sarà molto interessante per noi – commenta Antonello Congedo, presidente di JEBE – sapere tra 12-18 mesi quanti dei 60 ragazzi saranno entrati per stage o a titolo definitivo nelle 5 aziende partner”.