Una bussola per la ripartenza: “The Italian Economy after Covid-19”

Nel 2020 l’Italia è stata travolta da una crisi senza precedenti. La crisi sanitaria è ancora in corso, mentre il Governo italiano, in concerto con l’Unione Europea e le sue istituzioni, sta attuando misure storiche per favorire la ripresa e limitare i danni di una crisi economica che si staglia all’orizzonte. La fase convulsa e di incertezza attuale si presenta in un Paese già in affanno, la cui economia è stata duramente colpita dalla recessione a doppia caduta dell’inizio del decennio scorso. Gli ultimi mesi hanno inciso, inoltre, sul posizionamento internazionale dell’Italia e in particolare sui rapporti con l’Europa e la Cina, lasciando nelle menti dell’opinione pubblica immagini difficili da dimenticare.

Per quello che è successo, per la violenza con cui si è sviluppato, e per le modalità inedite con cui il Governo italiano e i suoi cittadini hanno affrontato lo scoppio della crisi, l’Italia ha rappresentato un grande laboratorio, il primo in Occidente

Per capire di più di questi tempi convulsi, affidandosi ai dati, consigliamo oggi un volume dal titolo “The Italian Economy after Covid-19. Short term costs and long-term adjustments”, curato da Giorgio Bellettini e Andrea Goldstein

Pubblicato dalla Bononia University Press, la casa editrice dell’Università di Bologna, il volume, uscito lo scorso luglio, disponibile sia in Inglese che in Italiano,  raccoglie interventi di illustri Professori, ricercatori ed economisti italiani. Può contare sulla prefazione di Pier Carlo Padoan, ex Ministro dell’Economia dei Governi Renzi e Gentiloni ed ex Vice Segretario Generale e capo economista dell’OCSE. I proventi del libro, come sottolineato dai curatori nell’introduzione, saranno donati alla Fondazione Ospedale Universitario Sant’Orsola di Bologna (in particolare all’iniziativa “Più forti insieme”).

Perché leggere il libro

Da apprezzare sicuramente è lo sforzo compiuto dai curatori nell’assemblare i punti di vista e le opinioni degli autori di prestigio coinvolti in questo progetto, ma anche la velocità della pubblicazione, e l’intento generale di far luce, per quanto possibile, su ciò che è accaduto in Italia durante l’epidemia di Covid-19, grazie al supporto dei dati e focalizzandosi sulle policies proposte dai decisori politici. 

Di questo libro, oltre ad averci colpito la forza d’insieme e la qualità dei suoi contenuti, abbiamo apprezzato in particolare alcuni capitoli, che per chiarezza, schiettezza e incisività, affrontano alcune tematiche chiave per la ripresa non solo dell’Italia, ma anche dell’Unione Europea e del sistema internazionale.

La gestione di una crisi epocale: lezioni e proposte dall’Italia

Ci interessa partire con il capitolo intitolato Managing a pandemic: lessons from Italy”, scritto da Gary Pisano, Raffaella Sadun e Michele Zanini. Gli autori forniscono un’analisi di ciò che non ha funzionato e propongono idee per fare meglio. 

Ma cosa esattamente non ha funzionato? Gli autori analizzano il ruolo deipregiudizi cognitivi” e l’inabilità sistematica di non saper ascoltare gli esperti. Secondo loro è essenziale, durante una pandemia come quella di Covid-19, resistere alla tentazione di ignorare la scienza, e investire invece del tempo nella scoperta, organizzazione e comprensione delle varie conoscenze distribuite nelle diverse “tasche” di competenza. 

Allo stesso tempo, è necessario evitare soluzioni parziali, ma sviluppare degli approcci sistematici per scongiurare i perigli della parzialità. Anche quando la necessità di un approccio sistematico è chiara, risulta utile individuare la giusta via per la sua implementazione, imparando dai propri errori e successi, ed essere capaci di cambiare in corso d’opera con l’obiettivo di essere più efficienti e veloci nel risolvere i problemi. 

Un altro aspetto centrale nella lotta al Covid-19 è la raccolta e diffusione dei dati. Una raccolta precisa, trasparente e coraggiosa si rivela necessaria. Senza dati realmente confrontabili, è infatti più difficile allocare risorse e capire quali siano le politiche più efficaci. Al contempo risulta necessario disporre di dati non solo a livello macro (dunque nazionale), ma anche a livello micro (a livello locale, come gli ospedali). Secondo gli autori, la necessità di dati a livello micro non può essere sottovalutata. 

Infine, è necessario un approccio decisionale diverso. Due aspetti in particolare possono essere chiari dopo aver attentamente analizzato l’esperienza italiana. Per prima cosa, un approccio che vuole essere efficace nei confronti del Covid-19 richiede una mobilitazione “da guerra”, sia per l’entità di risorse umane ed economiche che dovranno essere dispiegate, sia per l’estremo coordinamento richiesto. In secondo luogo, non si deve perdere tempo, vista la crescita esponenziale della diffusione del virus a livello globale. Una risposta efficace a questa crisi richiede un approccio decisionale lontano dal normale, sistemico, che dia la priorità all’apprendimento e che sia in grado di scalare rapidamente gli esperimenti di successo e identificare e chiudere quelli inefficaci. 

L’impatto del Covid-19 sul mondo del lavoro italiano e la risposta dei policy maker

Il secondo capitolo che vogliamo analizzare è quello scritto da Andrea Garnero e Stefano Scarpetta, intitolato The impact of Covid-19 on the Italian labour market and the policy response”. 

Il capitolo fornisce una panoramica preliminare dell’impatto della crisi sul mercato del lavoro in Italia rispetto ad altri paesi OCSE, nonché una valutazione delle risposte senza precedenti in materia di occupazione e politiche sociali messe in atto dal Governo italiano da Marzo 2020. Il capitolo sviluppa anche una discussione interessante su come le politiche potrebbero evolversi durante il periodo di graduale “de-confinamento”, tenendo presente la grande incertezza circa l’evoluzione futura della pandemia.

Un grande pregio di questo capitolo è l’analisi compiuta con precisione scientifica dei dati del mondo del lavoro colpito dal Covid-19, sia a livello italiano che a livello internazionale. Gli autori elencano inoltre con molti dettagli le politiche adottate dal Governo italiano durante i primi mesi della crisi, evidenziando gli elementi principali e più innovativi della risposta politica messa in atto in Italia. Secondo gli autori l’Italia ha risposto in modo inedito, sia in termini di rapidità che di profondità, per contenere i danni e sostenere i lavoratori, le loro famiglie e le aziende. 

Nella parte finale il capitolo si apre al futuro e alle sfide poste dal Covid-19 per il mondo del lavoro: garantire la sicurezza dei lavoratori rimane l’obiettivo più importante nel breve termine al fine di limitare la diffusione del virus, così come è di vitale importanza evitare un aumento delle assenze per malattia e garantire che i lavoratori si sentano abbastanza liberi di lavorare con la consueta velocità e concentrazione. L’altra grande sfida politica è adattare la rete di sicurezza sociale al nuovo contesto, un new normal che potrebbe trasformare in modo importante il mondo del lavoro e dei lavoratori nei prossimi anni. 

Il settore manifatturiero italiano colpito dalla crisi 

Un altro capitolo sicuramente da non perdere è quello intitolato “The times are a-changin’. Italian manufacturing beyond 2020”, scritto da Stefano Manzocchi, Livio Romano e Fabrizio Traù

Il capitolo racconta in modo intrigante il ruolo del settore manifatturiero nell’economia italiana, contestualizzando il settore in modo chiaro all’interno della globalizzazione economica e descrivendo in modo diretto le evoluzioni del sistema internazionale e le nuove sfide all’orizzonte. Gli autori – supportati da numerose fonti – analizzano con grande precisione l’impatto del Covid-19 sul settore manifatturiero, andando poi a proporre una nuova strategia per il suo rilancio in Italia. 

Ci sembra molto interessante la parte finale del capitolo, in cui si avanzano delle proposte. Gli autori sottolineano come da un lato la domanda interna (consumi e investimenti) dovrebbe essere ricostruita in una situazione di declino demografico, compressione salariale, compressione simultanea dei margini di profitto e vincoli di spesa in deficit. Dall’altro, la capacità di produzione deve essere ricostruita in attività strategiche (come l’assistenza sanitaria) ed è necessario mantenere vivi i canali attraverso i quali contribuiamo alle catene di fornitura del valore internazionali sul lato dell’offerta. 

In una dimensione stravolta rispetto all’inizio della crisi, il settore manifatturiero dovrebbe e potrebbe uscire dalla crisi non da solo, ma con gli altri partner europei. Una strategia coordinata per la gestione degli effetti economici della pandemia sarà di fondamentale importanza per ristabilire le normali relazioni transfrontaliere tra le imprese ed evitare colli di bottiglia nel processo di produzione. 

Una rinascita imprenditoriale dopo Covid-19

Ancora, spunti interessanti sono offerti da Riccardo Fini e Maurizio Sobrero, nel capitolo “Why Italy needs an entrepreneurial renaissance after Covid-19”.

Questo capitolo si concentra in particolare sulle tematiche dell’innovazione industriale, delle startup e sul ruolo chiave dei policy maker nel favorire e gestire l’innovazione, temi assolutamente centrali in Italia non solo durante la crisi degli ultimi mesi ma capisaldi per la crescita di un’economia moderna. Gli autori spiegano con grande chiarezza le caratteristiche delle nuove classi imprenditoriali italiane e delle nuove aziende, ma anche il ruolo dello Stato e dei policy maker nel favorire la loro nascita e sviluppo. Essi sottolineano come la crisi in atto offra un’incredibile opportunità per agire con riforme strutturali, aprendo nuovi mercati e diminuendo le barriere in entrata nei mercati esistenti.

La parte finale del capitolo descrive le peculiarità della situazione italiana. I dati raccolti sono preziosi per avere un’idea d’insieme e per comprendere meglio le dinamiche in atto in questo settore imprenditoriale.

Italia e Cina durante e oltre la crisi 

L’ultimo capitolo che ci sentiamo di consigliare è quello di Giuseppe Gabusi e Giorgio Prodi, dal titolo “Caught in the middle? Italy and China after Covid-19”. Questa parte ha attirato la nostra attenzione, non solo perché come Sant’Anna siamo direttamente coinvolti nelle relazioni con il dragone asiatico (siamo operativi a Chongqing con il nostro Galileo Galilei Italian Institute dal 2007) e lo studio delle relazioni sino-italiane ci tocca da vicino, ma anche per l’estrema chiarezza e profondità delle analisi in essa contenute. Giuseppe Gabusi e Giorgio Prodi sono due analisti di lungo corso della Cina, delle sue dinamiche interne e della sua proiezione internazionale.

Nel capitolo i due Professori delle Università di Torino e Bologna analizzano la situazione attuale sia a livello delle relazioni sino-italiane, che a livello globale, inquadrando Italia e Cina nel più grande contesto delle tensioni internazionali causate dall’acuirsi della crisi tra Cina e Stati Uniti. Termini centrali del capitolo sono quelli di decoupling, trade war, investimenti diretti esteri, scambi commerciali, Belt and Road Initiative.

Viene analizzato in modo pragmatico e incisivo anche il ruolo dell’Italia per la Cina nel contesto più grande delle relazioni sino-europee, e di quello, ancora più complesso, tra Cina, Unione Europea e Usa nel mondo globalizzato colpito dalla crisi del Covid-19. 

Diversi gli spunti relativi alla necessità di una strategia costruita a livello europeo che riguardi la Cina, per non lasciare l’Italia affogare nel mare tempestoso delle relazioni internazionali, dove ormai, da diversi anni, si muovono forze di caratura regionale e interessi globali.

Conclusioni 

In definitiva, riteniamo che il volume sia, senza giri di parole, un must-read, una bussola utile a districarsi, grazie a dati e indicazioni di policy, nei meandri di questi complicati mesi. Consigliamo quindi la sua lettura, per approfondire alcune tematiche chiave in questi tempi così complicati, ma anche affascinanti e ricchi di spunti di riflessione. 

Di Alberto Di Minin e Marco Bonaglia