Il 2 febbraio è stata ospite del corso di China Issues la Professoressa Francesca Spigarelli, una cara amica della Sant’Anna e grande esperta di Cina. Il suo intervento è stato incentrato sul tema della competizione tra Cina e Stati Uniti e in particolare nell’ambito dei semiconduttori.
Come leggere il target di crescita emerso dalle “Due sessioni”?
Si è concluso scorsa settimana l’incontro annuale dell’organo legislativo cinese, le cosiddette “Due Sessioni”: il primo ministro cinese Li Qiang ha consegnato il “Rapporto sul lavoro governativo 2024”, che individua una vasta gamma di obiettivi ed azioni economiche e di sviluppo per l’anno di riferimento. Primo dato rilevante è l’obiettivo di crescita del PIL, fissato per il 2024 a “circa il 5%”. Un target decisamente ambizioso (da molti considerato troppo ottimistico), il cui raggiungimento richiede indubbiamente uno sforzo (enorme) del governo per stimolare l’economia.
E’ un dato che tende da un lato a rassicurare alleati ed investitori, oltre che gli stessi cinesi. Dall’altro lato le politiche industriali cinesi, chiare e salde, finanziate ampiamente da Pechino, fanno presagire che la crescita sarà raggiunta. Il target è stato fissato ed esplicitato. Non mi attendo grande deviazioni da quello.
Come valutare l’economia cinese da un punto di vista strutturale? Siamo davvero arrivati al picco?
La Cina cresce, in modo nuovo, non tumultuoso, tra notevoli incertezze e incognite (soprattutto geo politiche), ma cresce. Le fragilità interne (disoccupazione giovanile, settore immobiliare, debito pubblico locale, in primis) sono molte e profonde, ma erano prevedibili nell’ambito della transizione strutturale che la Cina sta programmando e conducendo per la sua economia. Il disegno di Xi Jinping (il new normal e il new Chinese dream), rinnovato nel 14° piano quinquennale, ci aveva già preannunciato il tema della crescita “qualitativa”.
A mio avviso è stato raggiunto il picco del vecchio modello di crescita, della vecchia Cina, della “fabbrica del Mondo” che non esite più. La nuova traiettoria di crescita, espansione e miglioramento continua, con nuovi obiettivi.
Quali sono le opportunità in Cina in questo mutato contesto economico?
L’imperativo per la Cina rimane la crescita dei consumi interni, anche mediante l’incentivazione degli acquisti (specie dei beni elettronici e dei veicoli a nuova energia – NEV).
Mentre ci si impegna a migliorare il contesto imprenditoriale per le società straniere, in modo da attrarre nuovamente investimenti esteri, la Cina dichiara di continuare ad investire nella transizione verde (inclusa la costruzione di basi di energia eolica e solare su larga scala), nell’adozione di tecnologie per la protezione ambientale, nei trasporti green.
Altra priorità è quella della modernizzazione del sistema industriale. Il cuore della crescita del Paese dovrà divenire il settore manifatturiero nelle industrie ad alta produttività, con un’attenzione particolare a energia verde, intelligenza artificiale (a cui è dedicata l’iniziativa “AI plus”), servizi digitali. Per fare questo si prevedono l’ottimizzazione e il potenziamento delle filiere industriali e di fornitura, oltre che il supporto alle industrie emergenti e del futuro (veicoli elettrici connessi intelligenti, energia dall’idrogeno, nuovi materiali e prodotti farmaceutici innovativi, bio-produzioni, aerospazio ed economia a bassa quota; scienze della vita).
Ciò si traduce in potenziali opportunità per le esportazioni italiane, soprattutto nei settori prioritari e di interesse sopra ricordati, ma anche e sempre più in relazione ai beni di alta qualità, elevata riconoscibilità, ad alto contenuto creativo. La Cina resta un mercato di sbocco interessante, ma decisamente complicato e complesso da approcciare, specie se non dotati dei corretti strumenti culturali e manageriali.
Di Alberto Di Minin e Filippo Fasulo