Il 19 Marzo è intervenuta al corso di China Issues Alicia Garcia-Herrero, Chief Economist per l’Asia Pacific a Natixis, Senior Fellow al think tank europeo BRUEGEL e Adjunct professor presso la HKUST Business School. Il suo intervento ha affrontato i temi del “De-risking” e della decarbonizzazione.
Cosa significa “de-risking”?
Individuare l’esatto momento di lancio del quadro concettuale “de-risking dalla Cina” è difficile poiché si è evoluto gradualmente. L’introduzione ufficiale del “de-risking” nel discorso mainstream è avvenuta nel primo discorso pubblico della Presidente della Commissione Europea Von Der Leyen, nel marzo 2023. Nei mesi successivi, le principali economie come gli Stati Uniti e il Giappone hanno adottato rapidamente il linguaggio del “de-risking”, riflettendo un più ampio cambiamento strategico verso la mitigazione della dipendenza dalla Cina pur mantenendo un certo livello di coinvolgimento.
La definizione di de-risking di Von der Leyen, che ora è diventata parte dello strumento della Commissione per la sicurezza economica, è collegata alla diversificazione dalla dipendenza eccessiva da beni/componenti considerati strategici. Il concetto europeo di de-risking pone meno enfasi sulla sicurezza nazionale rispetto agli Stati Uniti. Nel concetto statunitense, uno dei principali problemi legati alla sicurezza nazionale è il rischio di invasione o conflitto militare a Taiwan, che è più prominente rispetto al concetto europeo di de-risking.
Cosa può effettivamente fare la Commissione UE per il de-risking dalla Cina?
L’approccio dell’UE al de-risking è stato implementato attraverso vari obiettivi per ridurre le dipendenze critiche e le vulnerabilità nella nuova legislazione, come la legge sulle materie prime critiche (Critical Raw Material Act) e la legge industriale Net Zero (Net Zero Industrial Act). Queste iniziative mirano a migliorare l’accesso ai materiali grezzi critici e a stabilire una scorta minima di tecnologia pulita. Tuttavia, la dominanza schiacciante della Cina in settori e prodotti strategici chiave presenta significativi ostacoli nel raggiungere questi obiettivi.
Per allineare gli interessi aziendali e sociali e raggiungere un consenso tra gli Stati membri con posizioni diverse, l’UE deve adottare misure più proattive. Questo implica una combinazione di reshoring per costruire scorte critiche e, soprattutto, stringere partenariati con altri paesi anziché portare esclusivamente le attività delle imprese europee in patria. Costruire una catena del valore supplementare non dovrebbe essere visto come un’azione volta a contenere la Cina, ma piuttosto come un modo per aumentare la diversificazione dell’offerta per evitare potenziali punti di strozzatura e altri rischi associati alla dipendenza da un unico punto di ingresso per beni critici.
Quali sono le implicazioni per l’economia globale?
Le implicazioni del de-risking per l’economia globale non possono essere positive, almeno se confrontate con la globalizzazione a tutto campo che richiede engagement. Tuttavia, tale scenario “goldilocks” non è più fattibile mentre la sicurezza economica diventa sempre più rilevante in un mondo di competizione strategica tra gli Stati Uniti e la Cina. In tal senso, il de-risking è ancora meno costoso di un completo disaccoppiamento, quindi dovrebbe essere considerato come una fattibile seconda scelta. Tuttavia, per minimizzare le conseguenze del de-risking sull’economia globale, è importante che rimanga mirato e non sfoci in un protezionismo a tutto campo.
Di Alberto Di Minin e Filippo Fasulo