#China Issues con Georges Haour. Innovazione in Cina e competizione internazionale

Oggi al corso di China Issues in Sant’Anna abbiamo il piacere di ospitare nuovamente Georges Haour, professore emerito di gestione della tecnologia e dell’innovazione. Il Professor Haour, specializzato nella gestione dell’innovazione e della commercializzazione della tecnologia, nel Regno Unito è stato associato all’incubatore-innovatore con sede a Cambridge Generics (ora Sagentia) e ha contribuito al lancio dell’incubatore BT con sede a Ipswich Brightstar. Spesso è consulente di aziende/organizzazioni per la gestione efficace di R&S e innovazione, nonché per la commercializzazione della tecnologia per la crescita e la creazione di posti di lavoro e l’innovazione in Cina.

Il tema del suo intervento è l’innovazione in Cina e la rivalità tecnologica tra Cina, Europa e Stati Uniti. Attento osservatore dell’ecosistema dell’innovazione cinese, Haour ha pubblicato un lavoro di grande importanza in questo ambito, insieme a un altro amico di China Issues,  Max Von Zedtwitz, dal titolo”Created in China: How China is Becoming a world innovator”. 

Cosa ha spinto la Cina a passare dall’imitazione alla leadership nell’innovazione globale?

In un ambiente fortemente competitivo, gli imprenditori cinesi hanno una straordinaria capacità di estrarre valore da un’attività. Lo fanno a una velocità vertiginosa con una straordinaria capacità di apprendimento

Le politiche protezionistiche degli Stati Uniti potrebbero rallentare la Cina, aumentare la sua indipendenza tecnologica o entrambe le cose?

La pratica statunitense del controllo delle esportazioni e la loro politica di “contenimento” antagonistico stimolano sicuramente lo sviluppo delle capacità cinesi autoctone (vedi il recente esempio di Huawei)…, così come il risentimento verso l’Occidente. Un rivale non deve essere un nemico.

Nella rivalità tecnologica tra Stati Uniti e Cina, quale ruolo può svolgere l’Europa?

L’Europa ha due rivali, la Cina e gli Stati Uniti. La strada da seguire è essere economicamente (e militarmente) forti, impegnati, meritocratici e risoluti. L’Europa ha ingenti e uniche risorse, ma deve correggere con diligenza le sue debolezze (rapporto Draghi) e difendersi con fermezza, ad esempio ricorrendo all’extraterritorialità per contrastare USA e Cina, bloccando i pagamenti delle royalties sulla proprietà intellettuale (trattato Trips) quando USA e Cina abusano del loro potere.

Di Alberto Di Minin e Jacopo Cricchio