In una settimana in cui si è parlato tanto di Cina contemporanea, vi proponiamo una nostra lettura del testo scritto dal giornalista Simone Pieranni e pubblicato da Editori Laterza, dal titolo “La Cina nuova”. All’autore riteniamo vada riconosciuto il merito di essersi occupato di Cina quando non era ancora un tema mainstream, e di aver sempre mantenuto un proprio stile e una preziosa chiarezza espositiva.
Nel suo rapporto professionale con la Cina Pieranni ha sottolineato le contraddizioni del Dragone ma anche i suoi punti di forza. Il suo stile, pacato, chiaro, documentato, mai banale, ne fa uno degli autori italiani di spicco da seguire per conoscere la Cina. Negli anni Pieranni si è dimostrato un poliedrico creatore di contenuti per diversi media: responsabile del “Foreign Desk” del Manifesto, ha creato poi il podcast “Risciò” insieme a Giada Messetti. L’anno scorso ha sfornato “Red Mirror”, un libro che l’ha lanciato in tutto il Paese, permettendogli di raggiungere un pubblico sempre più vasto e affamato di Cina.
“La Cina nuova” è un passo in avanti. Non rappresenta solo una guida alla Cina di Xi Jinping, ai suoi risultati, obiettivi, traguardi storici, ma è capace anche di mettere in discussione luoghi comuni, certezze, pregiudizi, sorti nei confronti della Cina negli ultimi anni. Come gli altri libri di Pieranni, è un lavoro documentato: al suo interno, l’autore cita numerosissimi testi, tesi, ricerche, che vanno ad arricchire le tematiche presentate. Dai sinologi dell’ottocento, all’ultima ricerca delle “big four” della consulenza, si spazia da Confucio a letteratura cyberpunk.
Il fil rouge del testo è rappresentanto delle “contraddizioni”, insite alla Cina, presenti a tutti i livelli della società. Se con il precedente lavoro Pieranni si occupava in particolare dell’innovazione tecnologica in Cina, nel nuovo libro abbraccia una visione meno tecno-centrica della Cina contemporanea. Fa capire, per chi non lo sapesse, cosa può fare il sinologo: leggere, attraverso le dimensioni culturale, storica, linguistica, antropologica e sociale, la storia di un unicum a livello internazionale, e interpretare, per quanto possibile, la Cina. Il tutto, sempre “con le mani metaforicamente alle prese con un infinito gomitolo di seta”.
I contenuti del libro. Red Mirror poneva il lettore davanti ad una tesi affascinante (e piuttosto inquietante). Il futuro della società digitale? Si sta scrivendo in Cina. In questo volume Pieranni descrive la “Cina nuova” e le sue tensioni sociali intestine, che sono anche il risultato di questa proiezione verso l’innovazione (digitale ma non solo). I due testi raccontano le facce della stessa medaglia: un Paese in crescita, in cui il Covid appare solo una parentesi, lanciato a velocità supersonica verso gli obiettivi nazionali da raggiungere. Ma anche un Paese che vive di contraddizioni, di differenze, di tensioni, e che non è omogeneo. Una Cina che si proietta verso l’ottenimento dello status di superpotenza tecnologica ma che deve ancora fare i conti con vaste aree sottosviluppate, disuguaglianze sociali in aumento, e una percezione esterna della propria crescita in mutamento.
SPOILER ALERT: meglio saltare alle conclusioni, se volete scoprire da soli il testo di Pieranni… Il libro passa in rassegna otto “contraddizioni” interne alla società cinese contemporanea. Temi centrali in una Cina che guarda già al 2035 e il 2049, due date chiave nello sviluppo economico, tecnologico e internazionale della Repubblica Popolare cinese. Si passa da quelle più “culturali” (memoria/futuro, ordine/caos), a quelle più sociali (pubblico/privato, lavoro/automazione, airpocalypse/civiltà ecologica), politiche (meritocrazia/corruzione) ed economiche (socialismo/mercato, metropoli/campagna). In ognuna delle particolari analisi delle contraddizioni, Pieranni sciorina dati, citazioni, e condivide una competenza maturata da anni di studio e letture, ricerca, comunicazione, condivisione e produzione di contenuti di alto livello.
Pieranni, se da un lato informa i lettori che si affacciano per la prima volta alla Cina con dovizia di particolari, dall’altro è capace di emozionare gli appassionati e gli esperti di lungo corso, portandoli a un nuovo giro di giostra, una nuova passeggiata virtuale per gli hutong di Beijing, alla scoperta della cyberpunk Chongqing, nelle campagne dove si sviluppano nuove forme di ecommerce o nei viali smart delle smart city dove i dati degli utenti sono il nuovo petrolio ma che aprono anche nuovi dubbi nell’opinione pubblica cinese, soprattutto per quanto concerne la tutela della privacy.
Il libro ridona freschezza a temi che nella foga del cambiamento tecnologico erano stati messi in disparte o oscurati della miopia della narrazione di nuova guerra fredda. Consegna una Cina nuova ai suoi lettori, che costruisce sul passato, che vive di ondate, di cambiamenti radicali a volte, ma che si muove con determinazione verso il futuro. Il suo futuro, quello cinese. Se veramente viviamo in tempi interessanti, la Cina è un attore che li rende ancora più dinamici, e che deve essere conosciuta, e per quanto possibile, compresa, in tutte le sue contraddizioni.
Perché leggere questo libro
Chiarezza espositiva – Pieranni in Italia spiega la Cina e i suoi mutamenti come pochi altri. Negli anni ha acquisito una competenza, professionalità, profondità di analisi che lo mettono sicuramente in un piccolo club di giornalisti da seguire con attenzione nel nostro Paese.
Nuova pubblicazione di un “corpus” sulla Cina di grande livello – E’ interessante non fermarsi all’ultima pubblicazione di Pieranni, ma ripescare i libri precedenti, a partire da “Il sogno cinese”, per arrivare alla “Cina Globale”. I suoi libri sono un continuo lavoro di ricerca, documentazione, aggiornamento di tematiche a lui care e che sono centrali nella Cina contemporanea. “La Cina nuova” è solo la punta dell’iceberg di una grande mole di produzione giornalistica e saggistica.
Moderazione e serietà ma anche passione – A partire da China Files, l’agenzia giornalistica da lui co fondata, al Manifesto, ai suoi libri, ai podcast, Pieranni racconta la Cina con moderazione e serietà. Allo stesso tempo, nelle pagine dell’autore traspare una passione che lo guida, il grande rispetto per la Terra di Mezzo e la voglia di mettersi in gioco per arrivare a una sua, possibile, comprensione.
La “Cina nuova” è carico di interrogativi mai banali – Questo libro è ricco anche di domande. Fornisce uno stimolo a chi si occupa di Cina, e un contributo al dibattito attuale. Non presenta la Cina come un dato di fatto, ma come un organismo in mutamento, che può cambiare da un momento all’altro ed evolversi verso qualcosa di nuovo e di inaspettato, andando a influenzare anche l’Occidente.
Una nota conclusiva: è tempo per Pieranni di tornare in Cina! Come non lo sappiamo, ma mentre noi da qua scriviamo e raccontiamo la Cina, nel frattempo al di là di cordoni sanitari e quartieri-quarantena, tanto sta cambiando, e no… il COVID non può essere raccontato come una parentesi, ma un momento di trasformazione della società cinese, al suo interno e nel resto del mondo. Persone come Simone devono essere sul campo e raccontare quello che sta avvenendo. È tempo che le nostre istituzioni riconoscano il fondamentale ruolo degli uffici delle nostre aziende, università (i.e. Galileo Galilei Italian Istitute…), Ambasciata e rete consolare, Camere di Commercio e le associazioni dei nostri expat che nonostante tutto sono rimasti o sono rientrati in un Paese fondamentale da frequentare, conoscere, misurare e con cui confrontarci.
Di Alberto Di Minin e Marco Bonaglia