Dall’Europa arrivano un po’ di numeri incoraggianti sulla capacità innovativa delle nostre PMI. Ho avuto modo di analizzare i dati relativi alla cut-off di settembre della Fase 1 dell’SME Innovation instrument. Più di 2000 aziende in tutta Europa hanno partecipato a questa call, presentando proposte per un valore complessivo di 93 milioni di euro. 141 aziende che hanno illustrato alla Commissione UE e ai suoi valutatori 122 diversi progetti verranno ora finanziate con 50.000 euro. Questo contributo a fondo perduto servirà per avvicinare una tecnologia al mercato, e verranno così assegnate complessivamente 6.1 milioni di Euro.
Possono sembrare numeri non particolarmente elevati, ma bisogna ricordare che alla Fase 1 dello strumento segue una Fase 2, che ogni tre mesi assegna budget ben più importanti: da 500 mila euro per azienda fino a 2.5 milioni.
Intanto ecco quello che ricavo da questi numeri.
1. si conferma la grande generosità progettuale delle aziende italiane. Su 1861 domande presentate e corrette da un punto di vista formale, ben 392 erano italiane. Il 21% del totale. E’ questo un dato che conferma l’interesse dell’Italia per questo strumento: già nella prima call di questo strumento per il finanziamento all’innovazione nelle PMI, caratterizzato da scadenze e graduatorie trimestrali, il 16% delle proposte presentate erano italiane.
2. si conferma anche l’interesse per lo strumento in sé. Sebbene l’Italia stia partecipando con un altissimo numero di domande questo è un interesse che caratterizza tutta Europa. Basti pensare che fino ad ora sono pervenute a Bruxelles più di 13mila domande: il 20% circa di tutte le proposte presentate nell’ambito di Horizon 2020.
3. In miglioramento il tasso di successo italiano. Arriverà in Italia il 23% del budget assegnato a settembre, cioè 1.4 milioni, distribuiti su 28 progetti e 33 aziende. Il tasso di successo italiano si attesta attorno al 7.1%, ed è per la prima volta superiore alla media europea (6.6%). Le nostre PMI sono prime non solo per numero di progetti presentati ma anche per progetti vinti (seconda la Spagna che incassa 20 progetti finanziati su 275 presentati, terzo il Regno Unito con 14 progetti finanziati su 192 presentati).
4. Ancora tanto, anche questa volta il “talento sprecato”, mi viene difficile chiamarlo in un altro modo: cioè il numero di aziende che hanno ottenuto ottimi punteggi in graduatoria, ma che si vedranno escluse dal finanziamento per mancanza di budget. 214 in Europa (cioè l’11.5% dei progetti presentati). 43 in Italia.
…PS: finanziare extra-Horizon queste proposte costerebbe a livello europeo altri 10,7 milioni di euro, all’Italia 3,5 milioni.
L’SME Instrument Fase 1 continua a rimanere un programma accattivante in grado di attirare un numero di proposte molto elevato. Il rovescio della medaglia è che troppe proposte rimangono escluse dal finanziamento. Sia in Fase 1 che in Fase 2.
Guardando proprio agli ultimi dati utili del Fase 2, sono state 111 le proposte presentate a giugno che avevano già ottenuto un finanziamento in Fase 1, e che in questa seconda valutazione erano state considerate “sopra soglia”. Solo 21 di queste proposte sono state però finanziate: le rimanti 80, su cui erano stati già investiti complessivamente 4 milioni di euro sono rimaste fuori per mancanza di fondi. Queste non erano proposte immature. Erano piani d’azienda pronti a partire: giudicati solidi e promettenti. Dietro ognuna di queste proposte ci sono imprenditori, pronti ad investire risorse complementari al finanziamento. Ad assumere. Questi sono posti di lavoro persi, opportunità di innovazione sprecata, mesi e mesi di lavoro che non hanno avuto (per ora) seguito. Talento sprecato, appunto.
A giorni scopriremo gli esiti dell’ultima call di settembre del Fase2 a cui hanno partecipato quasi 1000 aziende per spartirsi un budget complessivo di oltre 70 milioni di euro. Per ora guardiamo con soddisfazione ai nuovi progetti italiani che portano a 193 il numero di proposte approvate in Fase 1 fino ad ora. Non sono poche.