I PoC – Proof-of-Concept possono rappresentare un banco di prova sul mercato per la ricerca italiana. Questi programmi accompagnano tecnologie e competenze fuori dai laboratori favorendo la nascita di nuove imprese. Partecipare a programmi di questo tipo vuol dire anche lavorare sulla frammentazione che inevitabilmente caratterizza il mondo della ricerca. I PoC possono essere lo spazio in cui unire i puntini tra attori diversi per moltiplicare le loro possibilità di impatto.
Sebbene sia sempre più chiaro il ruolo della ricerca pubblica sul mercato, c’è ancora molto da fare per integrare le competenze e le tecnologie dei tanti gruppi di ricerca. I PoC anticipano una sfida chiave per il futuro dell’innovazione tra pubblico e privato: abilitare la nascita di sempre più spin-off multi-istituzionali capaci di far dialogare competenze verticali di diversi laboratori all’interno di realtà imprenditoriali.
Tra i diversi casi attivi, continuano gli investimenti “science-based” di Eureka Venture SGR. Il fondo vede coinvolti soggetti istituzionali quali EIF e CDP Venture Capital SGR, nonché corporate, tra cui A2A, Nestlè e SAES. Oggi, troviamo quattro nuovi progetti PoC per un investimento complessivo di un milione di euro.
ALICE mette insieme due diversi centri di ricerca (CNR ed ENEA) nella stampa di materiali innovativi come attuatori nel fotovoltaico. BEYOND CRIOPURA è un caso di collaborazione all’interno della stessa realtà, unendo più istituti del CNR nello sviluppo di criogel polimerici per rimuovere dall’acqua di elementi tossici. Infine, E-CO2SYNT e ILICO2SEP del Politecnico di Torino impiegano tecnologie rispettivamente nella cattura e conversione di CO2. Tecnologie diverse che potranno dialogare in futuro.
Tre i criteri di selezione: l’attitudine alla sostenibilità, la capacità di anticipare i futuri bisogni del mercato e la volontà del team di perseguire progetti imprenditoriali. Riusciranno queste tecnologie a diventare imprese? Il processo di innalzamento del TRL è ancora lungo ma la strada tracciata dai PoC finanziati ad oggi sembra promettente, basti pensare al caso di successo di Aquaseek.
“Lavoriamo per individuare i trend del mercato e combiniamo questa attività con un continuo scouting nei laboratori” ci dice Stefano Peroncini, CEO. “Scommettiamo su team determinati ad accogliere la sfida imprenditoriale che li aspetta”. All’interno di questi progetti PoC, Eureka TT monitora lo sviluppo della tecnologia ed i relativi risultati al fine della successiva valorizzazione tramite la costituzione di società spin-off dedicate.
“Investiamo per ridurre il gap tra mercato e mondo della ricerca,” racconta Anna Amati, co-founder e partner, “ci troviamo di fronte a problemi sempre più complessi che per essere risolti richiedono soluzioni capaci di integrare competenze da realtà differenti”. I PoC possono contribuire al sistema dell’innovazione italiana anticipando le tendenze, facilitando il dialogo con le imprese e integrando più gruppi di ricerca complementari.
Di Alberto Di Minin e Giovanni Tolin
(riadattato da articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore del 7 Maggio 2023)