Il debutto dei cinque Centri Nazionali

Il sistema italiano della ricerca e dell’innovazione sarà un caso di studio unico nei prossimi anni. Così Andrew Wyckoff, Direttore Scienza Tecnologia e Innovazione dell’OCSE, commenta a Parigi, il 14 aprile scorso, i lavori della giornata dedicata alla ricerca italiana nel mondo, organizzata dalle nostre Delegazioni Permanenti presso OCSE e UNESCO, alla presenza degli Ambasciatori Luca Sabbatucci e Liborio Stellino e diversi osservatori internazionali. Senza dubbio questa attenzione è dovuta alle ingenti risorse PNRR, ed in particolare la Missione 4.2 che da sola vale 9,2 miliardi.

Stefano Paleari, Consigliere del Ministro Bernini, ha sottolineato come si sia voluto sostenere realtà consolidate, creando quella massa critica necessaria per lo sviluppo di ambiziosi programmi di ricerca e innovazione in 144 università, enti di ricerca e imprese.

I cinque Centri Nazionali che aggregano queste istituzioni con una dotazione di 1,6 miliardi, si sono presentati insieme per la prima volta a Parigi e hanno evidenziato le loro specificità, ma anche una sfida comune: fare ricerca in modo trasformativo e interdisciplinare, integrando e ridisegnando le rispettive comunità scientifiche e tecnologiche. Il Presidente della Fondazione Agritech e Rettore della Federico II, Matteo Lorito, evidenzia come il Centro affiderà a due nuove iniziative: Agritech Academy e Agrifood Accelerator Hub, la funzione di ingaggio e incrocio tra ricercatori, innovatori e innovatori. Simile la strategia del National Biodiversity Future Center, come afferma la Presidente del CNR Maria Chiara Carrozza, che mira ad avere un impatto duraturo nel tempo sulla biodiversità tramite il suo Gateway, un’infrastruttura distribuita sul territorio pensata per instaurare un dialogo con cittadini e innovatori, oltre che per valorizzare le attività di ricerca del Centro e sostenere nuove forme di imprenditorialità. High Performing Computing partirà dallo sviluppo di una infrastruttura che permetterà all’Italia di colmare il gap con i partner internazionali; secondo il Direttore Generale del Centro, il VP di INFN Diego Bettoni, partendo da questa base tecnologica si diventerà attrattivi per lo sviluppo di applicazioni innovative, percorsi di trasferimento tecnologico e di competenze. Gianmarco Montanari, DG del Centro sulla mobilità sostenibile MOST evidenzia la struttura organizzativa sviluppata sull’incrocio tra i diversi vettori di trasporto e le tecnologie da cui attendersi le principali discontinuità. Infine Rosario Rizzuto, Presidente del Centro Nazionale sulle tecnologie dell’RNA si sofferma sulla necessità di guidare la ricerca dall’applicazione di tecnologie abilitanti presidiate dal centro, verso lo sviluppo di farmaci e l’approdo alla fase di test clinico.

Per la comunità internazionale sarà interessante capire se questi Centri Nazionali riusciranno ad investire le risorse messe a disposizione, producendo buona ricerca, innovazione di punta e ottimi ricercatori. Come Italia sarebbe auspicabile che fin da subito i cinque Centri iniziassero a disegnare una strategia per rimanere sostenibili anche dopo i tre anni di finanziamento PNRR.

PS: A questo link si possono scaricare le presentazioni dei 5 centri e gli altri interventi di una giornata veramente interessante.

Di Alberto Di Minin