In occasione del lancio del corso China Issue che si sta tenendo presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, #Fuoriclasse pubblica #ChinaIssues ovvero una serie di interviste ai relatori di China Issue.
Dopo l’intervento di Francesca Spigarelli sulle industrie culturali e creative in Cina, martedì 20 marzo interverrà Georges Haour che è Professor of innovation management all’Executive Education Institute IMD, in Svizzera.
Il tema della sua lezione sarà Innovative China.
Professor Haour, come valuti l’innovazione in Cina oggi?
La Cina è un paese vasto e diversificato che procede velocemente attraverso alcune principali transizioni. Dopo un lungo lavoro sul campo e il tempo trascorso in Cina, la mia conclusione è che la Cina sia sulla buona strada per diventare un’importante fonte globale di innovazione. Ciò è dovuto principalmente alle aziende private, motore essenziale del processo di creazione di ricchezza, e alle start-up, due soggetti che operano in un mercato enorme, vibrante ed esigente, dove le offerte si evolvono molto velocemente e la concorrenza è agguerrita. Di conseguenza, l’apprendimento si svolge ad alta velocità in un ambiente eccezionale, in cui il settore pubblico è estremamente potente.
Ho ampiamente approfondito questi temi nel mio recente libro “Created in China: how China is becoming a global innovator”, di Georges Haour e Max von Zedtwitz, (Bloomsbury, London, 2016).
Qual è la via cinese verso l’innovazione?
Si prevede che la Cina seguirà nei prossimi anni un modello che include diversi elementi sociali, economici e politici.
Prima di tutto, la società cinese è, in generale, altamente imprenditoriale, desiderosa di fare soldi e in grado di ricavare in modo efficace il valore da un’attività. I Cinesi considerano le innovazioni in un modo totalmente orientato al mercato. Sono pronti a sperimentare e correggere rapidamente i loro prodotti. Gli aspetti tecnici costituiscono solo uno strumento per avere successo sul mercato.
Un secondo elemento è quello di migliorare e adattarsi a un costo inferiore. Le aziende cinesi imparano copiando e innovano adattandosi. Innovare per ridurre i costi adattando/migliorando spiega il successo di molte aziende cinesi, come Baidu (copia di Goggle) o Tao Bao di Alibaba, inizialmente ispirato a eBay, e Xiaomi per i telefoni cellulari.
Inoltre, in questo processo di miglioramento/adattamento, la filiera svolge un ruolo importante grazie a un impegno vigoroso con il produttore al fine di fornire miglioramenti. Le innovazioni sono rapidamente formulate e sviluppate in molte aziende. La regione di Shenzen è particolarmente efficace in questo processo, con migliaia di aziende che vendono componenti. Questo spirito proattivo, distribuito in una schiera di fornitori che interagiscono fra loro, produce ciò che può essere chiamato “meta-innovazione”, perché emanata da un intero sistema.
Inoltre, la Cina è il regno di Internet con circa 700 milioni di utenti nel paese che ne fanno il mercato più grande del mondo per lo shopping online. Infine, la via cinese verso l’innovazione è caratterizzata anche da numerose start-up che stanno ricercando opportunità nel settore dei servizi, come ad esempio nel fintech (servizi finanziari abilitati a Internet), un ambito in cui la Cina è già leader.
Cosa sta facendo il governo cinese per promuovere l’innovazione?
Il governo cinese è ossessionato dall’offrire un contesto favorevole alla crescita guidata dall’innovazione. Come in Giappone e in Corea, l’innovazione è percepita come un ingrediente cruciale della creazione di ricchezza e dello sviluppo economico.
Le politiche di innovazione spaziano dal favorire la rivoluzione digitale, l’interazione macchina-macchina e l’Internet of Things (IoT), “smart cities”, incentivi fiscali per “imprese innovative”, nonché un arsenale di programmi per promuovere R & S e sviluppi tecnici quali la stampa 3D e un’ulteriore informatizzazione della produzione oltre a nuovi modi per produrre energia in modo rinnovabile.
Tra le politiche attive, gli investimenti in R&S sono i più evidenti, tanto che sono cresciuti dallo 0,5% del Pil nel 1995 al 2% nel 2014, che è il livello attuale dei paesi dell’Unione europea. L’obiettivo è raggiungere il 2,5% nel 2020. Proteggere i futuri campioni della Cina è un altro punto fondamentale delle politiche portate avanti dal governo cinese: le barriere e le pratiche non tariffarie favoriscono le imprese nazionali che sono libere di apprendere e crescere all’interno di un mercato interno grande, ma competitivo, sotto la copertura di una politica di promozione della cosiddetta “Innovazione indigena“.
Dove si trovano i principali centri e quali aziende stanno guidando la ricerca cinese per l’innovazione?
Geograficamente parlando, l’area di Shenzen merita una menzione particolare poiché è densamente popolata da innumerevoli aziende in grado di produrre rapidamente prototipi e componenti. Qui sta fiorendo il movimento dei makers, una dinamica bottom up, fatta da soggetti che inventano e commercializzano rapidamente ogni tipo di dispositivi. Questo movimento ha ricevuto un forte incoraggiamento da parte del governo, confermando come lo spirito imprenditoriale sia centrale per la Cina di domani. Esistono inoltre numerosi incubatori e parchi scientifici, più o meno efficaci per ospitare e accompagnare la crescita delle giovani aziende. Pechino, Shanghai e il suo acceleratore aziendale Xnode, sono attori chiave in questo settore.
Dal lato aziendale, alcune grandi gruppi cinesi negli ultimi anni hanno osato diventare globali. Huawei, Lenovo, Haier, Good Baby sono esempi degni di nota e il loro numero è destinato a crescere con il boom degli investimenti cinesi all’estero. In questo contesto, il contributo delle aziende private all’innovazione è in rapida crescita, in particolare nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e nei giochi elettronici. Di riflesso, il peso delle imprese statali sta diminuendo, sia in rapporto al PIL sia nella creazione di prodotti innovativi.
Come riuscirà la Cina a diventare un leader globale nell’innovazione?
Un forte spirito imprenditoriale, un implacabile orientamento al mercato, un’implementazione agile e rapida in un’economia vivace che richiede un’eccellente rapporto qualità/prezzo: questi sono gli elementi di base della società cinese, ai quali bisogna aggiungere il crescente ruolo di internet e di un governo forte e incessantemente impegnato a favorire la crescita guidata dall’innovazione. Considerando queste caratteristiche, a parte i contrattempi, ci si aspetta che le imprese cinesi trasformino il paese in una delle principali fonti di innovazione del mondo. Innovare alla cinese porta con sé inevitabilmente punti di forza e di debolezza della Cina, ma l’Occidente ha molto da imparare dalla “via cinese”. Che la Cina stia diventando una delle principali fonti di innovazione è un bene per la Cina e un bene per il mondo.