DeepTrace e il suo modo unico di essere startup

Lavorare per rendere visibile l’invisibile è un compito che di solito lasciamo svolgere agli illusionisti o ai poeti. Oppure, a coloro che per natura hanno una forte predisposizione a immaginare quello che ancora non esiste. Come i ricercatori.

Sono proprio questi ultimi a comporre la squadra di DeepTrace Technologies, startup nata nel 2018, primo spin-off dello IUSS di Pavia, che ha l’obiettivo di portare sul mercato i migliori risultati della ricerca svolta nel settore dell’intelligenza artificiale combinato alle immagini nello spettro delle radiazioni non visibili, con applicazioni che riguardano principalmente il campo sanitario (quindi con dispositivi medici), ma non solo. Ci siamo fatti raccontare tutto da Isabella Castiglioni, presidente onorario e cofondatrice dell’azienda, partendo da uno degli utilizzi più sorprendenti della piattaforma tecnologica che hanno sviluppato e brevettato: l’applicazione a diagnosi, prognosi e personalizzazione della terapia di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. 

A partire dalla lettura automatica di un esame semplice, come può essere una risonanza magnetica di pochi minuti, senza alcun mezzo di contrasto, il dispositivo medico TRACE4AD™ messo a punto attraverso la piattaforma aiuta il medico a vedere oltre i suoi occhi, per cogliere quei leggeri e impercettibili segni di iniziale neurodegenerazione dovuta alla malattia sulle immagini cerebrali di soggetti che sono a rischio di svilupparla e progredire. Anticipando di almeno due anni una diagnosi clinica, il software consente al neurologo di identificare forme tipiche da forme miste o atipiche della malattia di Alzheimer, e di definire in maniera personalizzata la terapia, essendo in grado di riconoscere i deficit del singolo soggetto e prescrivendo, per esempio, farmaci per il rallentamento della perdita di memoria accompagnati a training cognitivi per il linguaggio. La piattaforma è poi traslabile ad altre applicazioni cliniche, come quelle oncologiche e ginecologiche: il dispositivo medico elaborato per questo scopo, TRACE4OC™ è in grado di supportare il ginecologo nel diagnosticare il tumore all’ovaio, a partire dalla lettura di un’ecografia transvaginale integrata con l’analisi di un marcatore del sangue. 

Le tecnologie alla base di questi due dispositivi sono comuni e utilizzano il machine learning o il deep learning per potenziare le capacità umane anche in altri settori, come l’arte e l’ambiente. Applicando la radiografia o gli infrarossi ai dipinti, e migliorando la lettura delle immagini con tecniche avanzate, riescono a studiare le opere del passato e analizzare tutte le stratificazioni di materiali che le compongono, arrivando addirittura al supporto. In questo campo, DeepTrace ha appena vinto a Malta un progetto finanziato da un bando europeo, per lavorare all’opera La Decollazione di San Giovanni Battista, dipinto di Caravaggio che si trova nella cattedrale di San Giovanni a Valletta. Rispetto all’ambiente, invece, la startup ha condotto un progetto insieme all’Università Milano Bicocca, che ha una delle sue sedi alle Maldive: le spiagge di sabbia bianca che immaginiamo sentendo questo nome sono solo una minima parte della totalità, e vengono riservate ai turisti. Le altre si trovano sommerse dalla plastica, che ogni giorno deve essere raccolta. Il problema è monitorare la situazione e scegliere di volta in volta dove intervenire. Per aiutare a risolverlo, è stato utilizzato un semplice drone che sorvola gli isolotti e, attraverso un algoritmo d’intelligenza artificiale addestrato su immagini a bassa quota di coste colpite dal problema, è in grado di individuare detriti di plastica e quantificarli in modo tale da indirizzare e ottimizzare programmi di raccolta. 

Un’attività molto interessante e variegata, come interessante e variegato è il percorso professionale di Castiglioni, che oltre ad aver fondato DeepTrace è professore ordinario di fisica applicata all’Università Milano Bicocca, nonché una tra i nove esperti che hanno supportato i Ministeri competenti nella definizione della strategia nazionale per l’intelligenza artificiale. Castiglioni è senza dubbio una ricercatrice ad altissimo tasso di translazionalità, intendendo con ciò la capacità di un ricercatore di occuparsi di discipline tra loro molto distanti. «Sono una persona che ha tanti interessi, per me la distanza arricchisce». E infatti, a 40 anni, Castiglioni ha capito di trovarsi stretta nel ruolo di ricercatrice e ha deciso di ampliare le sue conoscenze nel campo della business administration con un master serale nel quale ha acquisito competenze che oggi ritiene fondamentali per l’esperienza di DeepTrace. 

«Ho iniziato a fare corsi di impresa e per due anni ho seguito startup come advisor, cercando di trovare la nostra killer application. Quando l’ho trovata siamo partiti». Non capita tutti i giorni di parlare con una persona interna alla ricerca che sappia cosa sia una “killer application”, né con qualcuno che abbia una certa seniority e decida di avviare questo tipo di attività insieme al suo miglior studente: Christian Salvatore, all’epoca trentenne precario, premiato Premio Forbes 30under30 nel 2017, e oggi è CEO dell’azienda. Un’attività che oggi porta avanti insieme a una squadra di executive che definisce validissima e variegata, sia come competenze che come attitudini. Oltre al già citato Christian Salvatore, CEO e manager dell’innovazione, ci sono gli altri due cofondatori Matteo Interlenghi, Chief Technology Officer che cura l’aspetto infrastrutturale della piattaforma, e Annalisa Polidori, esperta nell’intelligenza artificiale applicata all’ambiente, coadiuvati da un gruppo di data scientists, e infine il Chief Financial Officer, Luca Bandi, rientrato da Londra dove lavorava presso una nota banca internazionale. Tutti giovani appassionati e determinati che hanno scelto di rimanere o tornare in Italia per portare avanti il loro sogno d’impresa italiana.

A gennaio DeepTrace ha annunciato un round di investimento realizzato dal fondo Progress Tech Transfer, con l’advisor strategico MITO Technology, che DeepTrace ha intenzione di utilizzare per aumentare il numero di dispositivi medici ed entrare nei mercati internazionali. Una tra le tante cose che Castiglioni ha imparato nella sua formazione economica è infatti la necessità per una startup di essere sostenibile. Quello che però rende unico l’esempio di DeepTrace è il fatto di essersi rivolti a un fondo di investimento in un momento in cui le risorse non mancavano. «Non abbiamo cercato il fondo perché avevamo bisogno di soldi. Eravamo già sostenibili, ma penso che sia molto meglio chiedere risorse quando si hanno: questo ti permette di mantenere una posizione vantaggiosa nelle negoziazioni. Inoltre, ti mette nella condizione di accelerare, e non di sopravvivere». Una strategia che ha premiato l’azienda, permettendole di partecipare a bandi nazionali che altrimenti non avrebbero potuto vederli partecipi, come i bandi del Ministero dello Sviluppo Economico. «Questo periodo storico offre delle opportunità che bisogna cogliere: per farlo, e per essere fornitore di innovazione insieme alle università, ai centri di ricerca e alle medie e grandi aziende, non puoi essere in perdita e neppure permetterti di non avere margini».

Di Alberto Di Minin e Norma Rosso