Martedì 9 aprile ci sarà un appuntamento d’eccezione della seconda edizione del corso China Issues che si tiene presso la Scuola Superiore Sant’Anna. Interverrà infatti Claudio Pagliara, responsabile dell’Ufficio di Corrispondenza della Rai per la Cina, il Giappone e il Sud-Est dell’Asia con sede a Pechino che interverrà sulle trasformazioni sociali della Cina di oggi. Nei precedenti settimane abbiamo ospitato gli interventi di Francesco Silvestri sull’intelligenza artificiale, di Lala Hu sull’internazionalizzazione dei brand cinesi, di Romeo Orlandi sulla Cina nell’economia internazionale di Franco Mazzei sulla geopolitica della Cina e di Michele Bonino sull’urbanizzazione.
Quali sono state le principali trasformazioni sociali della Cina degli ultimi anni?
Essendo stato testimone oculare degli ultimi 5 anni, posso dire che in questo periodo la Cina è cambiata molto. Lo stupore è soprattutto per la rapidità delle trasformazioni che si sono verificate in questi anni. Per esempio da pochi anni il contante non si usa più, sostituito da sistemi di pagamento digitali, tanto che perfino i mendicanti mostrano il codice a barre per ricevere offerte. Inoltre, quello che fa più impressione è come l’innovazione si diffonda a ogni livello. Per ipotesi, anche l’Italia potrebbe adottare sistemi analoghi di pagamento digitale, ma ci vorrebbe molto tempo prima che tale tecnologia possa raggiungere tutti i bar del paese.
Quali sono i temi più rilevanti per la Cina del futuro?
Ce sono tre aspetti in particolare che possono giocare un ruolo significativo per la Cina del futuro. Il primo è l’invecchiamento della popolazione, frutto penoso della politica del figlio unico, abbandonata tre anni fa ma oramai troppo tardi. Infatti oggi la classe media non fa più di un figlio anche senza limiti di legge. Come conseguenza se oggi ci sono quattro lavoratori per un pensionato, nel giro di pochi anni il rapporto sarà invertito. C’è stato quindi un invecchiamento che, a differenza delle economie avanzate, si è verificato in tempi brevi.
Un secondo aspetto è quello dell’ambiente, con la Cina che nel 2013 ha dichiarato guerra all’inquinamento. Siamo però ancora lontani da standard occidentali in materia ambientale. L’inquinamento, tra l’altro, non è solo quello dell’aria, ma anche della terra e dell’acqua che forse hanno una gravità ancora maggiore.
Un terzo aspetto è quello della sicurezza, intesa sia in ambito alimentare sia sui luoghi di lavoro. Non è un caso che proprio in occasione della visita di Xi Jinping in Italia si sia verificato un grave incidente in una azienda chimica, come ricordato anche dal Presidente Mattarella.
Che immagine di sé riesce a presentare la Cina in Italia?
Sono due le immagini della Cina che arrivano nel nostro paese. Una è più positiva ed è legata al percorso moderno delle sue trasformazioni. Questa modernità è quindi una grossa opportunità per le aziende italiane che vogliono entrare in questa economia. La Cina rappresenta, però, una opportunità anche di tipo lavorativo. Non è un caso infatti che ci sia un forte aumento dello studio del cinese in Italia e che questo vengo inserito nei percorsi universitari. Un esempio in questo senso è quello degli architetti italiani, che vedono riconosciute in Cina le loro capacità, anche nell’ambito della tutela del patrimonio. D’altro canto, c’è però anche un’immagine negativa dovuta alle restrizioni delle libertà e al monopolio del potere politico da parte di un unico soggetto. Questo fatto è difficilmente accettabile agli occhi di un osservatore occidentale. Vi sono così due immagini diverse che però coesistono.
Come si racconta la Cina agli Italiani?
La si racconta mostrando la crescita di questo paese e quindi facendo capire quali opportunità offre. Un aspetto importante è quello di spiegare che la Cina di oggi non è quella di 20 anni fa, ma presenta molte diversità rappresentate dal suo passaggio verso la modernità. Inoltre, è importante evidenziare che il mercato è complesso e che seppur ancora favorevole ha delle dimensioni superiori a quelle di altri mercati che devono essere affrontate con consapevolezza. Per questo è opportuno entrare nel mercato cinese in consorzi di imprese, di modo che si riesca a rispondere in modo esaustivo alla domanda dei consumatori cinesi. Inoltre, si deve anche raccontare questa modernità. La Cina di oggi è tornata ad andare in bicicletta come prima delle riforme economiche, ma inventando un nuovo modo di farlo come quello del bike sharing. Si devono quindi raccontare tutte le sue sfaccettature con la consapevolezza che più la si conosce meglio si potrà negoziare.